Molestie sessuali all'attrice Alessandra Monti durante la visita, medico condannato a 3 anni e 6 mesi

Molestie sessuali all'attrice Alessandra Monti durante la visita, medico condannato a 3 anni e 6 mesi
di Adelaide Pierucci
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Mercoledì 3 Marzo 2021, 09:58 - Ultimo aggiornamento: 10:14

Due baci inopportuni e una battuta irripetibile. E' stata una caduta durante un'uscita in barca a portare qualche anno fa l'attrice Alessandra Monti, volto noto della fiction Incantesimo, a rivolgersi a un medico specialista, il proctologo Antonio Brescia. Durante la visita le avance. Ieri il medico e docente universitario è stato condannato a 3 anni e 6 mesi per violenza sessuale. A inchiodarlo probabilmente la risposta ad un messaggio: ''Mi scusi, mi dispiace''. I fatti risalgono al 28 gennaio del 2018. Alessandra Monti, fortemente dolorante per una nevralgia si sottopone alla terza visita, presso la Bios, ai Parioli, vicino casa. Ad attenderla fuori dalla clinica, il marito. Esce sconvolta. In quel momento decide di scrivere al medico: ''In un momento di mia debolezza e di bisogno non mi è assolutamente piaciuto come si è comportato oggi... Non so con chi è abituato, ma io non sono una poco di buono''. Il camice bianco risponde scusandosi: ''Mi scusi e mi spiace, non lo penso assolutamente. Buona serata''.

Alessandra Monti, diva di Incantesimo

Un'ammissione di colpa secondo il pm Eugenio Albamonte che aveva chiesto una condanna a 6 anni.

Ieri la sentenza: 3 anni e mezzo. Le circostanze attenuanti sono state considerate prevalenti. Per l'attrice, assistita dall'avvocato Andrea Rossi, la condanna è stata ''un conforto, la vittoria di una donna ferita'', ''Avevo chiesto aiuto in un momento di difficoltà per una cura e mi sono ritrovata anche a fare pure i conti col dolore interiore''.

 

''Faccio un appello alle donne: non avere paura di denunciare'', ha detto. Il medico, difeso dagli avvocati Michele Gentiloni Silveri e Marta Lucisano, puntano già all'appello: ''Leggeremo le motivazioni''. Per la difesa la risposta del medico era solo un messaggio di cortesia, non una ammissione. La Bios è stata condannata a un risarcimento di diecimila euro. 

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