Variante Delta, nel Lazio i ricoveri crescono del 20%: allerta terapie intensive

Variante Delta, nel Lazio i ricoveri crescono del 20%: allerta terapie intensive
Variante Delta, nel Lazio i ricoveri crescono del 20%: allerta terapie intensive
di Francesco Pacifico
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Martedì 17 Agosto 2021, 00:16

Una settimana fa erano 398 i ricoverati per Covid negli ospedali del Lazio. L’ultimo bollettino diffuso ieri dall’unità di crisi parla di 493. Sono 37 in più in sole 24 ore, ma quasi 100 in una settimana. Cioè, a livello percentuale, il 20 per cento in più. Parallelamente i posti occupati in terapia intensiva erano 54, adesso siamo a quota 70. Numeri che, in termini assoluti, pongono il Lazio secondo a livello nazionale solo alla Sicilia, prossima alla zona gialla. Dove, però, ci sono mille nuovi positivi al giorno e solo la metà della popolazione ha ricevuto la doppia dose contro il 70 per cento del Lazio. Più in generale, però, proprio l’alta diffusione dei vaccini ha ridotto da noi l’impatto della variante Delta. Spiega Francesco Vaia, direttore sanitario dell’Istituto Spallanzani: «Guardando ai pazienti presenti nel nostro reparto di terapia intensiva, ma la stessa proporzione può essere riproposta anche sul fronte dei posti letti, il 98 per cento dei ricoverati non è stato vaccinato. L’uno per cento, invece, aveva ricevuto una dose. E l’altro uno per cento riguarda soggetti che non rispondono al vaccino per loro carenze immunitarie. Questi numeri dovrebbero tranquillizzare chi nutre dei dubbi sulla bontà dei vaccini».

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L’assessore regionale alla Salute, Alessio D’Amato, ripete che il Lazio resterà in zona bianca anche nelle prossime settimane: il livello di letti ordinari e di posti in terapia intensiva occupati è al 7 per cento, lontani dai tetti del 15 e del 10 per cento, che se superati e uniti a un’incidenza di 150 casi ogni 100mila abitanti, impongono la zona gialla.

Detto questo, ci sono quasi cento ricoverati in più in una settimana, mentre il trend dei contagiati è alquanto costante. Una situazione che ha spinto la Regione ad ampliare di 60 unità i letti Covid in tre strutture (Sant’Eugenio, San Filippo Neri e l’ospedale dei Castelli) in prospettiva delle ondate di settembre, ma anche per abbassare i livelli di ospedalizzazione, quando sarà da aggiornare il colore del Lazio.

I TEMPI
Nel Lazio, dall’inizio della pandemia, si tende a ricoverare i positivi per circoscrivere il virus. Secondo Roberto Cauda, infettivologo del policlinico Gemelli, l’aumento «potrebbe essere legato al fatto che nel Lazio la variante Delta si è presentata prima che in altre parti d’Italia. Ma la grandissima parte di chi ora si sta contagiando è asintomatica». Ma chi si ricovera? Il professor Vaia aggiunge: «A contagiarsi ora sono i più giovani, ma l’età prevalente dei pazienti in terapia intensiva è tra i 50 e 60 anni. Non li chiamerei no-vax, ma “renitenti”, sono i figli della cattiva comunicazione su AstraZeneca. Persone che ora dobbiamo recuperare». Le loro condizioni, spesso, sono gravi. «Rispetto all’inizio della pandemia - conclude Vaia - salviamo più vite, per esempio, con la terapia degli anticorpi monoclonali».
 

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