Roma, nuovi voli dall'India a Fiumicino: «Servono altri Covid-hotel»

Fiumicino, in arrivo nuovi voli dall'India: «Servono Covid-hotel»
Fiumicino, in arrivo nuovi voli dall'India: «Servono Covid-hotel»
di Francesco Pacifico
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Venerdì 30 Aprile 2021, 22:33 - Ultimo aggiornamento: 19 Febbraio, 03:44

L’ultima ordinanza di Roberto Speranza per bloccare gli arrivi dall’India inizia a portare gli effetti sperati: è stato annullato ieri il volo proveniente da New Delhi e atteso a Fiumicino alle 14. Ma la circolare del ministro della Salute potrebbe non bastare: già mercoledì e giovedì prossimi sono programmati nuovi voli dalla stessa New Delhi al Leonardo da Vinci e, a preoccupare le autorità sanitarie italiane, c’è anche il problema che nella Capitale sono quasi saturi i Covid Hotel, già allestiti per le quarantene. È alta la tensione nel Lazio, come dimostra l’istituzione di una zona rossa a Bella Farnia, frazione di Sabaudia. Ma altri screening dovrebbero andare avanti in tutte le zone, provincia di Latina in testa, dove sono presenti comunità di indiani, soprattutto quelli che lavorano in agricoltura o nelle industrie. Mercoledì scorso, su un aereo proveniente dall’India, sono sbarcati a Roma 23 passeggeri positivi su 223, compreso anche un pilota e un assistente di volo. Soltanto tra domani e lunedì si saprà se qualcuno tra i contagiati ha contratto la più aggressiva variante indiana del Covid (i laboratori dello Spallanzani stanno completando il sequenziamento). Fatto sta che le autorità sanitarie non escludono che altri viaggiatori a bordo dello stesso vettore possano essersi contagiati e, allo stesso modo, fanno presente che i test effettuati in quel Paese alla partenza sono a dir bene inattendibili: quasi tutti i viaggiatori atterrati mercoledì a Roma avevano dichiarato di aver fatto il tampone, mentre le forze di Polizia che controllano chi entra nel nostro territorio non escludono che a New Delhi o Mumbai, come in tutto il Subcontinente indiano, non sia difficile comprare false attestazioni sul proprio stato di salute.

Allerta

Ieri era atteso a Fiumicino un volo proveniente da Delhi e con scalo a Amritsar della Hi Fly, compagnia di charter portoghese.

Ma il vettore l’ha cancellato perché, stando all’ultima ordinanza del ministro della Salute, da India, Pakistan e Sri Lanka possono imbarcarsi soltanto cittadini di quei Paesi con cittadinanza italiana. Alla fine, si sono presentati soltanto in 20 troppo pochi per Hi Fly per partire. Detto questo, al Da Vinci era già pronta la macchina per ricevere i passeggeri: pista e sbarco per atterrare nel più esterno Terminal 5, squadre di medici e infermieri delle Uscar per fare i tamponi e agenti delle forze dell’ordine per controllare che nessuno sfugga ai controlli e resti reperibile. Mercoledì e giovedì sono attesi altri due voli sempre provenienti da Delhi dell’Air India con a bordo oltre 400 persone, alcuni dei quali italiani rimasti bloccati nel Paese. Le autorità portuali fanno notare che per quanto le disposizioni del governo impediscano l’accesso al nostro Paese di chi ha passato gli ultimi 14 giorni nelle zone dell’Asia dove il contagio è fuori controllo, di fatto nulla osta a chi proviene dall’India di entrare in Italia da un Paese dell’area Schengen. Il direttore delle Operazioni Adr dell’aeroporto di Fiumicino, Ivan Bassato, spiega che «insieme a un testing massiccio nei Paesi Ue, per affrontare una tale elevata complessità gestionale noi e, in generale l’aviazione civile, da mesi, stiamo proponendo di assistere i governi con piattaforme digitali avanzate: avremo bisogno dei Pass digitali, ma non per discriminare o violare la privacy dei cittadini ma per associare a ciascun cittadino una corrispondenza ben precisa a una regola d’entrata, ancora una volta comune e ben coordinata tra i Paesi Ue». Per i voli in programma mercoledì e giovedì le autorità del Lazio dovranno risolvere un altro problema: stanno terminando i posti nei Covid hotel finora allestiti a Roma per ospitare i passeggeri in quarantena. Per esempio ci sono ancora una trentina di letti allo Sheraton e una sessantina nella caserma della Cecchignola. In quest’ottica si guarda a Torre Maura, dove già in passato l’albergo Alba ha dato un posto a chi era entrato in contatto con il virus. 

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