Variante Delta, «tracciamenti boicottati». E a Ostia un altro focolaio

Variante Delta, «tracciamenti boicottati». E a Ostia un altro focolaio
​Variante Delta, «tracciamenti boicottati». E a Ostia un altro focolaio
di Francesco Pacifico e Mirko Polisano
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Sabato 17 Luglio 2021, 22:35 - Ultimo aggiornamento: 22:46

Un nuovo cluster scoppiato a Ostia e legato alla movida. L’ennesimo campanello d’allarme - dopo i festeggiamenti per la vittoria dell’Italia agli Europei - su quanto il Covid circoli e colpisca i più giovani. È allarme in tutta Roma dopo che allo Shilling, discoteca di Ostia, è stato riscontrato un focolaio con 21 casi confermati, dei quali uno secondario. Cioè, si è infettata pure una persona che non è andata a ballare. Sono per lo più giovanissimi di vari quartieri della Capitale e il numero è destinato a salire. E un altro focolaio di ragazzi - 13 sotto i vent’anni - è stato individuato a pochi chilometri da Roma, a Licenza, con l’Asl locale, la 5, che ha lanciato uno screening preventivo su tutta la popolazione e non è riuscita ancora a trovare il luogo da dove è partito. Anche perché in questa fascia d’età il tracciamento è molto complesso.

Variante Delta, come a Ibiza

Sul fronte della pandemia è allarme sul Litorale per la movida sempre più frenetica, nei weekend come nei giorni lavorativi. Nonostante gli sforzi dei gestori per mantenere il distanziamento, anche se all’aperto, si balla a distanza ravvicinata, non si lesinano baci e abbracci, si beve spesso dallo stesso bicchiere, la mascherina è un optional. In un’area poi, quella della Asl Roma 3, dove da settimane la variante Delta è preminente.

Ostia, Fregene e Fiumicino - che già registrano più positivi - come Ibiza o Mikonos. Nonostante i divieti, non mancano feste in spiaggia. Poi molti locali sorgono in stabilimenti balneari, che di fatto sono bar all’aperto con la musica messa a tutto volume: tutto regolare, per carità, ma con le discoteche chiuse sono gli unici luoghi dove si può ballare. E non a caso sono sempre gettonatissimi. Come nel caso del pub del Casaletto - 91 casi - sono i locali e i luoghi della movida a spaventare, mentre il Lazio è tornato ieri a quota 500 positivi, quasi sessanta in più del giorno precedente. L’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, però spiega «Siamo in una fase dell’epidemia che è caratterizzata da una ripresa dall’incidenza, ma che non ha alcun effetto tangibile sulla rete ospedaliera, sui posti letto occupati (ieri erano 105, ndr). Se è vero che l’età media si sta abbassando, parliamo però di casi, qualche centinaio, blandamente sintomatici».

Detto questo, lo stesso D’Amato ha biasimato i festeggiamenti selvaggi, con assembramenti e senza mascherina, spiegando che ne potremo pagare le conseguenze nei prossimi giorni. A latere, poi, c’è da fare i conti con un altro problema: sono quasi impossibili le attività di tracciamento, quando a contagiarsi sono i ragazzi. Racconta un medico: «Non ricordano chi hanno incontrato. O bar, piazze, feste dove sono andati. Guai a chiedergli i nomi delle persone che frequentano. In alcuni casi mentono». Non collaborano. Spiega Enrico De Rosa, direttore del Sisp dell’Asl Roma 1: «Non facciamo criminalizzazioni dei più giovani. Il problema c’è, sta lentamente diminuendo, diciamo che li facciamo “sciogliere” quando gli spieghiamo che questi dati non ci servono per fare denunce, ma soltanto per rintracciare chi può essersi ammalato e va posto sotto sorveglianza. Soprattutto a noi interesse individuare i soggetti fragili, quelli più anziani, che rischiano di essere ricoverati».

 

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