Vaccini, a Roma campagna in ritardo: fiale bloccate, problemi nelle Asl 1-2 (e in provincia)

Vaccini, a Roma campagna in ritardo: fiale bloccate, problemi nelle Asl 1-2 (e in provincia)
Vaccini, a Roma campagna in ritardo: fiale bloccate, problemi nelle Asl 1-2 (e in provincia)
di Flaminia Savelli
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Mercoledì 10 Marzo 2021, 23:53 - Ultimo aggiornamento: 23:57

Dosi non consegnate, ordini non rispettati, fiale “mancate” e appuntamenti saltati. La macchina del programma vaccinale per i medici di base procede, ma a rilento. Colpa degli “ingranaggi” che continuano a saltare. Ancora ieri 3 fiale su 10 sono rimaste “bloccate”nei centri vaccinali, le sedi attrezzate per la conservazione di Pfizer, AstraZeneca e Moderna. Un allarme lanciato dai camici bianchi che hanno già inoltrato una lettera alla Regione. «I medici stanno incontrando diversi ostacoli già al ritiro delle dosi prenotate» conferma Antonio Magi, presidente dell’ordine dei Medici del Lazio. Che spiega il pasticcio tra ordini dei vaccini e fiale effettivamente consegnate.

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Dosi in meno consegnate

Un pasticcio che coinvolge la Asl Roma 1 e la Roma 2: «In alcuni casi, i dottori sono tornati indietro anche a mani vuote perché l’ordine non risultava registrato.

A questo, si sommano le dosi in meno effettivamente consegnate» spiega il presidente Magi. Con i medici vaccinatori costretti poi a ripetere la procedura dall’inizio e a riprogrammare gli incontri con i pazienti da vaccinare. Secondo la Pisana, si tratterebbe di un pasticcio organizzativo e di logistica tra distretti, Asl e medici. «È il distretto che si occupa della distribuzione», spiegano dalla Regione che annuncia «controlli sulle scorte». Mentre procede il programma vaccinale: «Quando tutti i centri saranno operativi e la rete delle farmacie organizzata, avremo la capacità di somministrare 2 milioni di vaccini al mese» ha annunicato l’assessore alla Sanità, Alesiso D’Amato.

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Le consegne

Intanto però segnalazioni sulle mancate consegne delle fiale, arrivano anche dalla Asl Roma 5, quindi dalla provincia. Come dal comune di Tivoli dove da lunedì non è stata consegnata neanche una fiala. Con la farmacia di Palombara “costretta” a chiamare tutti i medici di base che erano in lista e a rimandare la consegna sine die. Cioè a data da destinarsi. La settimana precedente invece, era stata consegnata solo una fornitura. 
Così come nel comune di Colleverde, a Guidonia, dove i frigoriferi dei centri vaccinali attivati sono rimasti vuoti fin dall’avvio del programma. 
E proprio ieri, è stato siglato l’accordo per arruolare altri vaccinatori. Dalla prossima settimana entreranno in servizio altri 1890 professionisti. Si tratta di medici delle Asl tra cui cardiologi, specialisti e ginecologi. «Stiamo mettendo in campo tutte le forze che abbiamo a disposizione. Ma dobbiamo avere certezze sulle quantità in arrivo» conclude Magi, il presidente dell’ordine.
Mentre i medici di medicina generale continuano a fare i conti anche con appuntamenti cancellati e parametri “saltati”.

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Caos premotazioni

«Non abbiamo ricevuto più alcuna indicazione chiara sulle fasce a cui dobbiamo destinare prenotazioni e vaccini» segnala Cristina Patrizi, medico di base e responsabile regionale SMI (Sinsacato medici italiani). Che ieri in serata ha inoltrato una lettera all’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato. In cima alla lista dei punti contestati c’è proprio «la difficoltà a ricevere idonei quantitativi di vaccini», come si legge nel documento. «Ma il problema - precisa la dottoressa Patrizi - è anche per le fasce d’età. Molti dottori hanno terminato la registrazione dei loro pazienti tra i 64 e i 65 anni e non sanno cosa fare e come procedere. Abbiamo richiesto un incontro ufficiale con la regione, un tavolo di confronto perché vengano indicate linee guida precise». 
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