Vaccino, è allarme per i richiami nel Lazio. «Scorte quasi esaurite»

Vaccino, è allarme per i richiami nel Lazio. «Scorte quasi esaurite»
Vaccino, è allarme per i richiami nel Lazio. «Scorte quasi esaurite»
di Camilla Mozzetti
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Sabato 13 Marzo 2021, 00:36 - Ultimo aggiornamento: 01:42

È ormai questione di giorni: il Lazio non rischia solo un ritardo sui richiami delle seconde dosi, è a un passo dal blocco totale con le vaccinazioni di AstraZeneca. Il balletto delle consegne a intermittenza è iniziato ormai da settimane e per settimane nella Regione sono arrivati meno vaccini di quelli attesi e previsti sulla carta. Ma ora con le inoculazioni contro il Covid-19, che viaggiano al ritmo delle 20 mila al giorno - e non più 7 mila - con un calendario di prenotazioni che arriva ad aprile, anche una dose in meno fa la differenza. 
L’assessore alla Sanità Alessio D’Amato non gira intorno al problema e non usa mezzi termini: «Abbiamo scorte per una settimana». E poi? Oltre ai richiami che rischiano di saltare, dietro l’angolo c’è il blocco totale almeno per quanto riguarda la somministrazione di AstraZeneca.

Vaccini Lazio, è allarme scorte. D'Amato: «Abbiamo dosi per una settimana»

LO STOP
L’azienda, che con il suo antidoto copre ad oggi la metà dei punti vaccinali della Regione, torna a deludere gli accordi: «La consegna del 15 marzo - spiega l’assessore alla Sanità D’Amato - rischia di saltare completamente, delle 60 mila dosi attese viaggiamo ad oggi intorno alle 10 mila e questo non può bastare».

Il motivo della disdetta? Non pervenuto, ma l’assessore ha già esposto il problema al commissario straordinario per l’emergenza Francesco Paolo Figliuolo chiedendo aiuto. «Si è aperto un proficuo dialogo e sono fiducioso - prosegue D’Amato - siamo disposti a tutto, anche a farci anticipare le dosi, pronti poi a restituirle perché nel Lazio abbiamo costruito e avviato una macchina che, in assenza di regolarità, si ferma».

L’effetto sarebbe drammatico considerate le prenotazioni già raccolte «che arrivano ad aprile inoltrato. Siamo in grande sofferenza e lo saremo di più tra il 17 e il 18 marzo - conclude l’assessore - abbiamo meno di una settimana di autonomia, ci servono quasi 50 mila dosi di AstraZeneca per non inficiare il sistema sia dei richiami che delle nuove somministrazioni». Per oggi la Regione conta di ricevere risposte dal governo mentre su Pfizer e Moderna la situazione resta stazionaria: le consegne non sono molte ma almeno certe. Dalla prima casa farmaceutica sono attese più di 65 mila dosi, dalla Moderna 31 mila entro la prossima settimana e qualcosa in più per la successiva consegna alla fine di marzo. 

LA GIORNATA
E in questo scenario il Lazio si appresta da lunedì ad entrare in zona rossa perché l’indice Rt è schizzato all’1.31 superando il limite dell’1.25. Le occupazioni nei reparti e nelle terapie intensive restano sotto la soglia critica ma i contagi non arretrano, complice la diffusione delle varianti, inglese e brasiliana per lo più. Ieri i nuovi casi erano 1.757 (-43 sul giorno precedente) ma sono diminuiti notevolmente rispetto a giovedì anche i tamponi eseguiti, tra antigenici e molecolari (-2.009). Nella Regione i focolai di trasmissione da 233 sono passati a 322 e nella Capitale i contagi dilagano dal momento che i nuovi positivi viaggiano a un ritmo di 800 ogni giorno. Anzi, in 24 ore sono anche aumentati passando da 841 nuovi casi di giovedì agli 884 di ieri.
 

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