Vaccini Lazio, dosi Johnson&Johnson inutilizzate. «Le diamo a chi viene»

Vaccini Lazio, dosi Johnson&Johnson inutilizzate. «Le diamo a chi viene»
Vaccini Lazio, dosi Johnson&Johnson inutilizzate. «Le diamo a chi viene»
di Lorenzo De Cicco
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Martedì 27 Aprile 2021, 22:29 - Ultimo aggiornamento: 28 Aprile, 14:16

Lunedì all’outlet di Valmontone erano pronte 1.000 siringhe, da caricare con i flaconi di Johnson & Johnson. Ma a fine giornata i vaccinati sono stati appena 400. Oltre la metà delle boccette non è mai stata stappata. Sembra incredibile dato che nel Lazio, come nel resto dello Stivale, il principale freno alla vaccinazione di massa finora è la penuria di dosi a disposizione. Nei due nuovi hub appena aperti dalla Regione, a cui è destinato il mono-dose prodotto dalla compagnia Janssen, accade invece il contrario. Si “macinano” molte meno punture di quelle programmate, perché mancano i vaccinandi, probabilmente suggestionati dalla psicosi che dopo AstraZeneca ha colpito il farmaco prodotto dal colosso americano, giudicato sicuro ed efficace dall’Ema e dall’Aifa, fatta eccezione per possibili, rarissimi casi di trombosi.

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ALL’ISRAELIANA
Che fare, quindi? Per evitare che le dosi vadano sprecate - sarebbe un delitto in piena pandemia - le Asl le stanno provando tutte: c’è chi richiama medici e infermieri “no vax”, per dare una seconda chance dato che ora il governo ha introdotto l’obbligo vaccinale; altri invitano gli igienisti dentali e i fisioterapisti, tra i pochi sanitari non inseriti nelle categorie prioritarie a inizio anno.

Ma si procede anche all’israeliana, vaccinando chi si presenta senza appuntamento, purché faccia parte delle fasce d’età per cui ci si può già prenotare. «Non possiamo certo fossilizzarci sulle procedure burocratiche», spiega Alberto Perra, il direttore del Sisp (Servizio di igiene e sanità pubblica) dell’Asl Roma 5, che coordina l’hub di Valmontone. «Lunedì abbiamo somministrato meno della metà delle dosi potenziali, bisognerebbe avere più persone con un appuntamento, altrimenti sarebbe uno spreco. Già oggi abbiamo una struttura dove lavorano 50-70 persone e il rischio è che stiano ferme, anche se vengono pagate».

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Ecco allora l’insolita “caccia” ai vaccinandi: «Accettiamo anche chi viene senza appuntamento, purché faccia parte delle categorie per cui è già prevista la possibilità di vaccinarsi - riprende il dirigente dell’Asl Roma 5 - A volte siamo direttamente noi a chiamare gli ordini professionali dei sanitari non ancora protetti o di chi aveva rifiutato la dose a inizio anno e ora ci ha ripensato». A Tor Vergata, che gestisce il centro appena aperto della Vela. sempre con le fiale di J&J, il policlinico ha invitato igienisti dentali, fisioterapisti e riabilitatori a presentarsi già l’indomani per ottenere il vaccino. Si vedrà nei prossimi giorni se la chiamata in extremis ha dato i suoi frutti.

Il Lazio intanto ha superato quota 1 milione e 800mila vaccinazioni. Con l’arrivo delle nuove scorte Pfizer, le Asl sono pronte ad allargare la lista degli appuntamenti. Ieri in 30mila si sono prenotati nella categoria dei 50-59enni con «comorbidità», quindi obesi, cardiopatici, ipertesi non gravissimi. Domani notte, dopo le 24, apriranno le liste per i 58-59enni senza patologie particolari.

NUOVO SEQUENZIMETRO
Capitolo contagi: mentre per tracciare le varianti la Regione raddoppia i sequenzimetri (dopo lo Spallanzani, ora ne ha uno anche il Regina Elena), i nuovi casi continuano a calare. Ieri sono stati annotati 939 nuovi positivi (-25) e 34 decessi (-10). Anche la pressione sugli ospedali si sta lentamente abbassando, pure se nelle terapie intensive i posti letto occupati sono ancora 317.

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