Sputnik, ok dello Spallanzani al vaccino russo: «Efficace e sicuro, una risorsa»

A sinistra, il vaccino anti-Covid russo Sputnik V, a destra il parere dell'Istituto per le malattie infettive, Lazzaro Spallanzani
A sinistra, il vaccino anti-Covid russo Sputnik V, a destra il parere dell'Istituto per le malattie infettive, Lazzaro Spallanzani
di Lorenzo De Cicco
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Venerdì 19 Febbraio 2021, 00:00 - Ultimo aggiornamento: 11:20

Il «parere tecnico-scientifico sul vaccino Sputnik V» dell’istituto nazionale per le malattie infettive Spallanzani è stato spedito ieri sera ai Ministeri della Salute e degli Esteri. Nove pagine, in cui il team “Sperimentazioni Vaccini” scrive che «i dati disponibili depongono per un ottimo profilo di sicurezza a breve termine» per il siero russo. E che «i dati di efficacia clinica sia in termini di protezione dalla malattia sintomatica (superiore al 90%) e dalla malattia grave (100%) sono paragonabili ai due vaccini più efficaci attualmente disponibili e si sono dimostrati omogenei in tutte le fasce d’età». In una tabella comparativa, l’«efficacia stimata» di Sputnik, al «92%» è considerata superiore a quella di AstraZeneca, «82% dopo la seconda dose». Motivo per cui, l’istituto «ritiene che Sputnik V possa avere un ruolo importante nei programmi vaccinali contro Sars-Cov-2». Dopo la pubblicazione favorevole sulla prestigiosa rivista Lancet, il parere dello Spallanzani è arrivato al Ministero di Speranza corredato da una lettera dell’assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato. Il quale, nella missiva, chiede di autorizzare il farmaco attraverso l’Aifa.






LIMITI E CONFERME
Il parere scientifico, firmato dal direttore sanitario Francesco Vaia, annota «alcune limitazioni delle informazioni disponibili», «non sono stati condivisi i protocolli di studio in dettaglio, ma solo sintesi».

E «al momento tutti i dati di efficacia provengono da una singola sperimentazione», a Mosca. «Non sono noti i dati sull’impatto delle varianti». Ma le conclusioni sono chiare: in base ai dati disponibili, Sputnik V ha un «ottimo profilo di sicurezza» e l’efficacia è «paragonabile» a quella di Pfizer e Moderna. «L’efficacia stimata del vaccino è del 91,6% - c’è scritto - Va sottolineato che non ci sono stati casi di malattia moderata o grave nel gruppo dei vaccinati». A 42 giorni dalla vaccinazione «il 98% dei vaccinati aveva sviluppato IgG specifiche», gli anticorpi. Nel capitolo sulla sicurezza, è annotato che «nessuno degli eventi avversi gravi è stato associato alla vaccinazione» e che «l’analisi dell’associazione tra vaccino ed eventi avversi è stata confermata da un comitato nazionale indipendente». 


I DUBBI UE
Mercoledì la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha fatto capire che l'opzione Sputnik V non è all'ordine del giorno per Bruxelles. Una frenata, di fatto: «Finora l'Ema - ha detto  von der Leyen -  non ha ricevuto alcuna richiesta di autorizzazione alla commercializzazione per il vaccino russo anti-Covid Sputnik». E se arrivasse una richiesta, «dovrebbero essere forniti all'Ema tutti i dati completi e dovrebbe passare tutto il processo di esame. Visto che non viene prodotto nell'Ue, dovrebbe esserci un processo di ispezione negli stabilimenti produttivi».

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Il nodo della produzione

Al di là dei dubbi della Commissione, diversi paesi europei hanno mostrato di essere molto meno attendisti. L’Ungheria ha già autorizzato Sputnik, comprando milioni di dosi. La Slovacchia e la Croazia, altri stati membri dell’Unione, hanno avviato le trattative con i produttori per acquisire il vaccino russo. Il problema semmai è che le richieste sono superiori all'offerta, così almeno dicono a Mosca. Se l’Italia si muovesse in ritardo, potrebbe finire in coda. «Per quanto riguarda la domanda del vaccino russo all’estero, è davvero alta - ha detto all’agenzia Tass il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov  - Così alta che supera significativamente la capacità di produzione». La Regione Lazio nei giorni scorsi ha valutato una collaborazione con Gamaleya Institute, il creatore di Sputnik: c'è stato un primo contatto per capire se è possibile ottenere la licenza e produrlo nel distretto farmaceutico a sud della regione.

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