Roma, tamponi: spunta il mercato nero. «Offerte ai medici per rivenderli»

Roma, tamponi: spunta il mercato nero. «Offerte ai medici per rivenderli»
Roma, tamponi: spunta il mercato nero. «Offerte ai medici per rivenderli»
di Lorenzo De Cicco
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Venerdì 13 Novembre 2020, 23:45 - Ultimo aggiornamento: 14 Novembre, 11:31

I tamponi per i medici di famiglia scarseggiano e così, nel vuoto delle scorte più volte annunciate che però arrivano col contagocce, provano a infiltrarsi strani intermediari. L’offerta agli studi di base suona più o meno così: i tamponi ve li diamo noi, ci pagate 12 euro e poi li rivendete al doppio ai vostri pazienti. Anche se la prestazione dovrebbe essere totalmente gratuita per i mutuati classificati come casi sospetti. Sulla vicenda ha deciso di indagare l’Ordine dei medici di Roma. «È un fatto gravissimo - dice il presidente Antonio Magi - Per questo abbiamo deciso di avviare immediatamente una verifica. Purtroppo soltanto pochissimi ambulatori a oggi sono stati dotati dei kit. Evidentemente qualcuno cerca di trarne vantaggio».

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La segnalazione

Michele Lepore è un medico di famiglia tra Vigne Nuove e il Tufello, 1.600 mutuati. È stato uno dei primi ad aderire alla call della Regione quando si cercavano volontari per allargare la rete dello screening, prima ancora che il governo decidesse che tutti gli studi di base dovessero obbligatoriamente realizzare i test ai pazienti.

Per questo il nome di Lepore è finito sui giornali, dove ha sempre denunciato le difficoltà a reperire le scorte di tamponi. «Poi, qualche giorno fa - racconta - sono stato contattato da un intermediario. Mi ha detto: i tamponi te li fornisco io, 12 euro l’uno, nel giro di una settimana, poi tu li rivendi al doppio ai tuoi pazienti. Mi ha fatto capire di avere contatti con l’estero per importarli». L’offerta a Lepore non è stata recapitata a caso: rappresenta altri 192 medici di famiglia nel terzo distretto della Asl Roma 1. Insomma il business potenziale andava ben oltre il singolo studio.

«Ovviamente ho detto di no: sono un medico, mica un commerciante. Spero che qualcun altro non sia stato attratto dalla prospettiva di guadagnarci». Proprio per capire quali siano le dimensioni del racket ora ha deciso di avviare controlli l’Ordine dei medici. Per verificare se altrove il tentativo d’aggancio degli intermediari sia andato a buon fine. A danno dei pazienti, costretti a pagare un check sanitario che avrebbe dovuto essere gratis.

Se questo tipo d’interessi si accosta alla macchina dei tamponi è anche perché le scorte promesse stanno arrivando al rallentatore. «Hanno speculato su tutto, dalle mascherine in poi, ora speculano anche sui tamponi», è il commento di Pier Luigi Bartoletti, segretario romano della Fimmg, la federazione dei medici di medicina generale. I dati della Fimmg dicono che fino ad oggi sono stati attrezzati con i test solo 18 studi medici su 2.500, a Roma. E anche lì le poche scorte sono quasi finite. La Regione ha promesso che entro domani arriveranno 200mila kit ordinati dal commissario dell’emergenza Domenico Arcuri. «La prossima settimana invece - riprende Bartoletti - contiamo di avere quelli comprati dalla Pisana. Per ora sono fermi in Corea, in attesa di essere sbloccati dalla dogana».
 

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