Roma, suicida a 13 anni, la mamma: «Le compagne contro di lei, presa di mira anche sui social»

Roma, suicida a 13 anni, la mamma: «Le compagne contro di lei, presa di mira anche sui social»
di Alessia Marani
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Martedì 8 Giugno 2021, 06:42

La mamma di Laura (nome di fantasia) si lascia stringere nell'abbraccio delle sorelle e delle amiche anche se lei vorrebbe solamente infilarsi sotto la doccia e per un attimo avere la forza di chiudere gli occhi e di non pensare più a niente. Domenica sera è tornata a casa ha trovato la figlia senza vita, suicida a 13 anni. Una donna-bambina.


C'è una spiegazione a tutto ciò?
«Mia figlia aveva vissuto un periodo difficile, molto brutto lo scorso anno.

Era bullizzata, l'avevano presa di mira perché lei era molto sensibile. Le cattive parole dette a questa età sono peggiori dei pugnali, fanno malissimo. Questa volta, forse, hanno addirittura spinto a uccidersi e io Laura, che era fragile, non ce l'ho più. Non bisogna sottovalutare certi atteggiamenti».


Che cosa era successo?
«Laura aveva cominciato a stare male quando dalle elementari è passata in prima media e, contemporaneamente, il suo fisico ha iniziato a tramutarsi da quello di una bambina in quello di una donna, temeva di non essere bella, ma era bellissima, assurdo. Una trasformazione che l'ha turbata. Aveva discusso con delle compagne, con una in particolare, poi le altre si sono coalizzate contro di lei. L'avevano presa di mira. Me ne accorsi e andai a scuola a chiedere provvedimenti».

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In che modo?
«Una prima volta a dicembre poi a gennaio dello scorso anno scolastico, chiesi di farle cambiare la sezione, ma mi risposero che non si poteva. Mia figlia finì al pronto soccorso, si fece male a un dito. Era un episodio di autolesionismo. Si è perso tanto tempo e la pandemia poi ha complicato tutto. Quando il 13 luglio sono tornata a scuola per restituire il tablet della Dad, allora, ho alzato la voce. All'inizio mi dissero che sarebbe stato più facile cambiare scuola, ma è vicino casa. Alla fine hanno accettato e le cose, effettivamente sembravano andare meglio».


Perché dice sembravano?
«Perché quando le chiedevo come stai?, lei mi rispondeva bene. Ma avevo capito che ultimamente le bulle erano tornate in azione. C'è stato un episodio di pochi giorni fa di cui ho parlato con i carabinieri. E poi c'è tutto un mondo che non conosco...».


Ovvero?
«Quello dei social, di Tik Tok, dei fumetti e del suo telefonino a cui era incollata. Temo che l'abbiano presa di mira anche sui social, in qualche gioco».


Era seguita da una psicologa?
«Sì, ma con il Covid, ripeto, gli incontri si erano rarefatti e ci si è dilungati troppo. C'era il problema del contatto. In passato si tagliuzzò le braccia ma io non pensavo a un suicidio».


Ai genitori che minimizzano che direbbe?
«Che ora Laura non c'è più. E alle vittime di parlarne, di non avere paura, che togliersi la vita non serve.».

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