Roma, tamponi: via ai salivari «Più utili anche per i bimbi»

Roma, tamponi: via ai salivari
Roma, tamponi: via ai salivari
di Camilla Mozzetti
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Sabato 28 Novembre 2020, 00:59

L’istituto nazionale per le Malattie infettive Lazzaro Spallanzani autorizza e la Regione Lazio è pronta con la gara: semaforo verde per i test salivari volti a scovare nuovi positivi al Covid-19 in aggiunta agli strumenti già utilizzati come i tamponi rapidi e quelli molecolari. La validazione del nuovo test diagnostico porterà la Regione ad ampliare la propria gamma di “mezzi” per capire chi ha contratto il virus in un modo molto meno invasivo rispetto ai tamponi naso-faringei. «Abbiamo ottenuto degli ottimi risultati in fase di sperimentazione - spiega Francesco Vaia, direttore sanitario dello Spallanzani - avviata su un campione di soggetti positivi rintracciati con il classico tampone rapido o molecolare e confermati poi dal salivare». L’attendibilità supera il 97% e da qui è arrivato dunque il via libera all’uso dei nuovi test. «Il Lazio sarà la prima Regione d’Italia - aggiunge l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato - a usarli; la prossima settimana predisporremmo la procedura di gara per acquisirne almeno 600mila».

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Ci vorranno «almeno una decina di giorni e a seconda della capacità dei fornitori - prosegue l’assessore - che ci hanno comunque garantito un rifornimento di 150mila tamponi al mese, potremmo già partire entro la fine dell’anno o, al più tardi, a inizio gennaio».

Ma cosa sono questi test e qual è la loro valenza? I tamponi salivari sono strumenti di diagnosi per il Covid-19, vanno a prelevare una quantità di secrezione (in questo caso la saliva) che dopo l’analisi in laboratorio attesta o meno la positività al virus. «Il test è lo stesso dei tamponi rapidi e molecolari - aggiunge ancora D’Amato - quello che cambia è solo la metodologia del prelievo. Per avere il risultato, essendo un test che diversamente dal tampone rapido va necessariamente processato in laboratorio, ci vorrà un po’ di tempo ma abbiamo visto usandolo sperimentalmente in alcune scuole come su un prelievo fatto al mattino il risultato era già disponibile in serata». Quindi nell’arco di 24 ore al massimo 48 a seconda del carico sui laboratori si potrà sapere se si è o meno positivi al Sars-Cov-2. «Per noi - prosegue l’assessore - è un elemento in più che ci è utile soprattutto per i bambini e per i soggetti più fragili, disabili, persone anziane con difficoltà perché è sicuramente meno invasivo di un tampone al naso o alla gola».

Il meccanismo

Il meccanismo dell’esame è semplice: «Per il prelievo si usano dei cottoncini - conclude Vaia - simili a quelli che usano i dentisti per separare le guance dalle gengive durante una seduta da tenere in bocca un paio di minuti oppure è possibile raccogliere la saliva in un piccolo contenitore».

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La platea

Il loro primo utilizzo sarà riservato alle scuole attraverso le unità Covid con 290 tra medici e infermieri già formate poi non è escluso che vengano erogati anche ai pediatri e ai medici di famiglia chiamati a svolgere i tamponi rapidi. Poche le accortezze, che verranno comunque spiegate con una procedura ad hoc. «È preferibile usando il test nelle scuole - conclude l’assessore D’Amato - e programmando le analisi dal giorno prima che gli alunni non abbiano ad esempio lavato i denti perché c’è bisogno di un cavo un po’ sporco perché l’esito sia più attendibile possibile». Già dal sette gennaio, dunque, quando salvo imprevisti legati all’andamento del virus si tornerà in classe dopo la pausa natalizia, i test verranno usati in aggiunta ai tamponi rapidi e molecolari.

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