Roma, scontrino da 430 euro, spuntano nuovi casi. Gli chef: «Ora multe severe»

Il lristorante multato
Il lristorante multato
di Valeria Arnaldi e Camilla Mozzetti
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Lunedì 30 Settembre 2019, 10:05 - Ultimo aggiornamento: 22:37

A poche ore dall'annuncio del Campidoglio che punta a creare un bollino di qualità anti-truffa per i ristoranti - dopo quanto accaduto a due turiste giapponesi incappate in un conto da 429 euro di cui 80 di mancia al ristorante Antico caffè di Marte - il comparto enogastronomico della Capitale è in subbuglio. Perché episodi come questo - degli scontrini folli - che ciclicamente tornano a ripetersi, gettano discredito sull'intero comparto. Sono gli chef stellati i primi a porsi sulla barricata chiedendo più che marchi e simboli, pene esemplari per i proprietari di questi locali. Di chi cerca di approfittarsi del cliente, magari solo perché è straniero. Altro che bollino, insomma, servono «pene severe», come le multe, e le chiusure immediate degli esercizi in cui i conti stratosferici sono una costante: «Tutti gli esercizi che ingannano i consumatori - suggerisce Paolo Mattei, presidente dell'Ugcons, l'Unione generale dei consumatori - dovrebbero essere costretti alla chiusura o al pagamento di sanzioni rilevanti».

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L'ipotesi di un bollino anti-frode, con il simbolo di Roma Capitale a certificare la serietà dei ristoratori non convince Angelo Troiani, chef e patron dello stellato Convivio Troiani a Roma: «Istituire un bollino di tale tipo non mi sembra corretto. Prevedere la sua necessità significa presupporre che tutto il settore sia truffaldino. Non è vero. L'onestà non può essere considerata una caratteristica di pochi che vengono certificati, deve essere la base per tutti». La soluzione, secondo lo chef, sarebbe multe: «Quanti truffano devono essere sanzionati pesantemente. Chi agisce ingiustamente, è punito: è questo il messaggio che deve essere mandato. Sì dunque alla chiusura dei ristoranti e dei bar disonesti. E sì a multe salate. Queste sanzioni dovrebbero essere ben comunicate. La notizia delle pene comminate dovrebbe fare il giro del mondo».
 



A diffondersi a livello internazionale, invece, sono le immagini degli scontrini gonfiati. Non pochi casi in realtà se si ripercorrono a ritroso i vari episodi che sempre nel Centro si sono succeduti negli ultimi anni. Anche la Fipe Confcommercio parla di educazione degli esercenti e di controlli capillari. Di certo - e sarà forse solo un caso - le due turiste giapponesi non sono state le uniche clienti a incappare in un conto vertiginoso per una grigliata di pesce. All'Antico caffè di Marte situazioni analoghe sono già capitate. E per carità, sarà che i clienti hanno mangiato e pagato quello che effettivamente hanno consumato. Da ricordare, infatti, che la polizia locale nel caso delle turiste giapponesi, verificando lo scontrino non ha ravvisato anomalie tra l'ordinazione e i prezzi del menù. Poi bisognerà accertare - nei prossimi giorni - in che modo è stata usata la bilancia per pesare il pesce da servire.

Nel 2015 una turista di Manchester, recensendo il locale, avvertiva altri turisti su Tripadvisor: «Stay away! Don't be fooled!» (Stai lontano non farti ingannare). Ingannare da cosa? Da conti salati. Non molte settimane fa un altro turista francese ha pranzato qui: «Mi è stato offerto il piatto di pesce a 6.50 euro. Ho accettato e preso una bibita. Mi è stato portato un piatto con pesce e frutti di mare e anche il mio drink (3,50). Poi mi è stato portato un dessert, offerto dalla casa». Infine il conto: «289,98 euro ». E ancora: Abbiamo pranzato qui il 27 agosto - racconta un altro - Nel menu, scrivono 6,5 euro/100 grammi di pesce misto. E quando abbiamo finito il nostro pasto, avevamo pagato 476,4 euro. Quando ci siamo lamentati di questo, il capo ci ha spiegato che il piatto di pesce era di 4,8 kg. Ne siamo sicuri: 2 kg al massimo».
 

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