Papà con il bimbo in passeggino aggrediti dai cinghiali: paura a Spinaceto

Papà con il figlio in passeggino aggrediti dai cinghiali: paura a Spinaceto
Papà con il figlio in passeggino aggrediti dai cinghiali: paura a Spinaceto
di Stefania Piras
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Martedì 6 Agosto 2019, 10:19 - Ultimo aggiornamento: 13:13

Incubo cinghiali. Ormai da maggio abitano in pianta stabile in città, anche loro, insieme a famiglie e bambini. E seminando il terrore, ovviamente. Come è successo sabato nel tardo pomeriggio quando un papà, Ernesto Calì, mentre passeggiava con il bimbo di venti mesi dentro al carrozzino sotto casa, in viale dei Caduti nella guerra di liberazione, a Spinaceto. Ernesto ha vissuto momenti di panico.

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Lui come tanti altri genitori da Monte Mario a Spinaceto e Casal Brunori, dove i cinghiali si muovono in branchi di sette otto esemplari e nei mesi scorsi hanno già attaccato sette cani che hanno riportato ferite profonde. I mancati sfalci e l'immondizia non raccolta sono le principali cause dell'arrivo dei cinghiali. I residenti sono esasperati, vivono barricati nel condominio e raccontano scene poco urbane e molto al limite: «È capitato che gli adolescenti si difendano arrampicandosi sugli alberi, ma vi rendete conto? Nessuno esce più da solo, abbiamo una chat condominiale: se li avvistiamo ci avvertiamo ma è diventata una situazione insostenibile», racconta Veronique Burrascano, una residente di Spinaceto in via Stame.
 

 

LA RICOSTRUZIONE
Ma ricostruiamo quello che è successo sabato a Ernesto e al suo neonato. Stavano facendo una passeggiata per prendere un po' d'aria. Due passi normalissimi spingendo il carrozzino con la sua bimba di venti mesi dentro. Un gesto ordinario e semplice che si è trasformato in un incubo per Ernesto Calì, residente a Spinaceto dal 2014, gli ultimi due passati a convivere gomito a gomito con i cinghiali.

Ernesto stava percorrendo la strada che dalla chiesa di san Giovanni Evangelista va verso casa sua. È arrivato davanti al commissariato di polizia di Spinaceto. A un certo punto, da lontano, vede un gruppo di persone che si sbraccia verso di lui e gli lancia dei segnali aprendo e chiudendo gli arti vistosamente e indicando di raggiungere l'altro lato della strada. Non sono dei saluti, pensa subito, visto che i movimenti sono piuttosto convulsi. È un allarme, infatti. Si gira, guarda dietro di se e poi attorno ma non vede nulla. Solo poco dopo nota due cinghiali di grossa taglia attorniati da cinque cuccioli che lo ha puntato e velocizza il trotto per andargli minacciosamente incontro: «Ero pietrificato, stavano per caricare me con tutto il passeggino».
 

 


Infatti non sa come comportarsi, continua a camminare lentamente, attraversa la strada, ha paura. In quel momento passa un Suv bianco. Dentro l'automobilista che osserva la scena si mette a suonare il clacson come un matto. È la stessa tecnica che usano i residenti in presenza dei cinghiali: quando escono a portare fuori il cane si portano sempre appresso o i coperchi delle pentole per spaventarli o delle trombette tipo quelle di carnevale. La strategia è spaventarli. Non sempre ci si riesce.

LA TELEFONATA
Nel caso di Ernesto quel clacson è stato salvifico: gli animali si sono allontanati. «Io non so davvero cosa sarebbe potuto succedere se non fosse arrivato quell'automobilista, sono sconvolto», racconta. Una volta al sicuro Ernesto ha composto il 112, è stato indirizzato alla polizia municipale che gli ha risposto così: «Non possiamo far nulla se non venire sul posto e indirizzarli verso aree verdi». Poi gli hanno consigliato di scrivere direttamente al sindaco e al prefetto. La polizia locale infatti può intervenire solo su cavalli e pecore che vengono portati al Centro carni per l'abbattimento.

Ernesto ha scritto una raccomandata a Virginia Raggi: «Non sto qui a dirle il mio stato d'animo, mi sento un miracolato. Sono stufo di avere paura di uscire di casa per andare a fare la spesa o in chiesa. Basta! Siamo blindati in casa e terrorizzati per colpa dei cinghiali. La prego di intervenire con urgenza», scrive.
I residenti si sono organizzati da soli: hanno comprato le trombette e hanno messo dei vasi davanti all'ingresso dei parchi per bloccare l'accesso agli animali. Ci sarebbe un protocollo per l'intervento siglato tra Regione e Comune ma manca la firma del dirigente comunale. Il pressing degli animalisti contrari agli abbattimenti è molto forte. E intanto a Spinaceto, al Torrino, a Casl Brunori si vive nel terrore di un attacco.
 

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