Roma, l’ovulo di coca si rompe: pusher muore tra atroci sofferenze in un b&b

Roma, l’ovulo di coca si rompe: pusher muore tra atroci sofferenze in un b&b
Roma, l’ovulo di coca si rompe: pusher muore tra atroci sofferenze in un b&b
di Alessia Marani
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Lunedì 27 Settembre 2021, 00:06

È morto tra atroci sofferenze un corriere della droga peruviano di 44 anni, Denis Manrique Zerpa. Aveva ingoiato almeno 12 ovuli imbottiti di cocaina, ma un involucro è esploso nel suo stomaco senza lasciargli scampo. Non ha fatto in tempo nemmeno a chiamare i soccorsi o, più probabilmente, non ha voluto, pensando di potersela cavare da sé senza rischiare guai con la legge. Il corpo del sudamericano è stato rinvenuto alla mezzanotte di giovedì dal custode del b&b di via Simone de Saint Bone, in Prati, a due passi dai Musei Vaticani, dove era arrivato il giorno precedente. Il gestore non lo aveva più visto, né sentito uscire dalla sua stanza. Eppure doveva essere un soggiorno breve perché sarebbe ripartito da lì a poche ore. Quando il gestore ha aperto la camera lo ha trovato riverso sul pavimento, in una pozza di sangue e feci, con i 12 involucri di lattice già espulsi. La salma si trova ora a disposizione dell’autorità giudiziaria per l’autopsia che sarà effettuata al Policlinico Gemelli e dirà se e quanti altri ovuli lo straniero stesse trasportando nella Capitale

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Le gang latinos

Agli investigatori del Commissariato Prati e della Squadra mobile, invece, spetterà stabilire a chi era diretta la droga e da chi Zerpa l’avesse ricevuta.

Se anche lui fosse in affari con chi aveva organizzato il carico o, come più probabile, fosse solo stato assoldato - risulta incensurato - per effettuare il trasporto via aereo. Il telefono, i bagagli e tutti i suoi effetti personali sono stati sequestrati. Compreso il passaporto che riportava il timbro dell’aeroporto di Madrid. Gli inquirenti (la Procura ha aperto un fascicolo per ora contro ignoti per detenzione, spaccio e morte in conseguenza di altro delitto) stanno anche vagliando una pista che porta a Milano. Qui nei giorni scorsi la polizia ha arrestato quattro peruviani tra i 25 e i 51 anni. Erano stati notati girare in auto in viale Monza per poi fermarsi in un hotel di Sesto San Giovanni dove gli agenti hanno deciso di effettuare una perquisizione, facendo irruzione proprio mentre il 25enne stava espellendo 20 ovuli di cocaina. Nella stanza di un altro albergo, inoltre, gli agenti hanno rinvenuto e sequestrato altri 120 ovuli di cocaina dal peso totale di oltre un chilo. Dai controlli è emerso che tre dei peruviani erano arrivati a inizio settimana dal Perù, guarda caso, con scalo a Madrid. Il sospetto è che i “corrieri”, compreso il 44enne trovato morto nella Capitale, facessero parte tutti di una stessa spedizione organizzata per rifornire di coca le maggiori piazze italiane, quelle di Roma e Milano.

Le scuole degli ovulatori

C’è un’altra variabile da non sottovalutare. Anche nella Capitale sono sempre più emergenti i gruppi stranieri che da manovalanza del narcotraffico cercano di fare il salto di qualità per mettersi in proprio. Per sfruttare le rotte della droga che dal SudAmerica passano prevalentemente dalla Spagna, dall’Olanda e dalla Germania prima di approdare nello Stivale, sono anche le bande di “latinos” o nordafricane. Il carico di coca, dunque, nel suo complesso poteva valere centinaia di migliaia di euro. Da vent’anni nelle “scuole” dei narcos colombiani a Bogotà, ma anche a Lima e Caracas, per mesi i futuri corrieri imparano a ingerire e trattenere gli involucri di caucciù o lattice pieni di droga, imparando anche le tecniche per non tradire preoccupazioni ed emozione alle dogane. Tutti sanno che se l’ovulo dovesse scoppiare, infatti, si va incontro alla morte. Come successo al 44enne nel b&b. 

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