La conta dei danni. Amara, perché nessuno ha più voglia di perdere colpi, perché Roma non se lo può permettere. All'indomani degli scontri in Centro Valter Giammaria presidente Confesercenti Roma parla di «centinaia di euro di mancato incasso, di commercianti barricati nei negozi con clienti e turisti spaventati. Il danno per l'immagine di Roma è incalcolabile - commenta - la protesta democratica non si discute ma danneggiare così le attività produttive in questo momento di grande crisi e pandemia. Non si possono avere mille manifestazioni l'anno nel centro storico per giunta ora che c'è questa deriva violenta. Ha trovati tutti impreparati. Chiederemo al prefetto un incontro per parlare di manifestazioni, il risultato è sotto gli occhi di tutti negozi chiusi, calo incassi».
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Claudio Pica presidente di Fiepet Confesercenti scuote la testa demoralizzato: «Si parla tanto di decoro della città, poi diamo l'immagine all'estero ma anche ai romani che bastano mille esagitati per bloccare la città.
Romolo Guasco direttore di Confcommercio Roma oltre che sui mancati incassi «alle tre, vista la malparata molti hanno chiuso» si rammarica per l'effetto psicologico: molti avranno rinunciato alla passeggiata in centro, «il danno maggiore è quello psicologico: si è creata una condizione di inaccessibilità, di paura, di complicazione nei confronti del centro storico di Roma e questa è una cosa che ce la porteremo dietro per tempo: sai quanta gente ora dirà ma no, non andiamo in centro chissà che succede, c'è una manifestazione. Dispiace anche che l'oggetto della manifestazione sia un tema su cui siamo in completo disaccordo: vaccini e green pass stanno portando alla normalità dunque non si capisce cosa stiamo a protestare». Sulla stessa linea Stefano Di Niola, segretario Cna Roma. «Un attacco così feroce non lo ricordo, una nostra delegazione è stata a Corso d'Italia in Cgil, certi valori vengono prima dell'economia».