Covid Roma, intera famiglia contagiata. Mamma e papà ricoverati: «Gara di solidarietà per aiutare i figli in isolamento»

Covid Roma, intera famiglia contagiata. Mamma e papà ricoverati: «Gara di solidarietà per aiutare i figli in isolamento»
Covid Roma, intera famiglia contagiata. Mamma e papà ricoverati: «Gara di solidarietà per aiutare i figli in isolamento»
di Fabio Rossi
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Venerdì 5 Marzo 2021, 10:04

Genitori in ospedale, figli in isolamento a casa, «affidati alla commovente solidarietà di amici e vicini, che li stanno assistendo in ogni modo, dalla spesa all'acquisto dei medicinali, nonostante le tante difficoltà che devono affrontare, anche a causa delle Asl». Una storia come tante, nella Capitale, di persone la cui vita viene stravolta, non solo sul piano sanitario, dal contagio da coronavirus. Protagonista una famiglia che vive sulla Cassia, a Roma Nord, da dieci giorni entrata nell'incubo del Covid. La prima a essere colpita dal virus è stata la signora Sabrina, 59 anni, educatrice precaria in un asilo nido comunale della Giustiniana, che ha cominciato ad accusare i primi sintomi il 23 febbraio. Un giorno dopo, la temuta conferma. La donna è risultata positiva al tampone molecolare, e dopo di lei tutti i componenti del nucleo familiare: il marito Vito, 57 anni, la figlia Gemma, 21 anni, e il suo fratello minore G., di 16 anni.

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I RICOVERI
Sabrina, vista la sintomatologia, viene subito ricoverata al Sant'Andrea, ma dopo 24 ore tocca al marito, portato in ambulanza all'ospedale San Pietro, non distante da casa. I medici hanno riscontrato la polmonite bilaterale, e ora entrambi vengono curati nei reparti Covid delle due strutture sanitarie, «dove ormai gli anziani sono la minoranza, ma si vedono tante persone giovani», sottolinea Vito, al telefono dalla sua stanza d'ospedale. Per i figli, che presentano sintomi più lievi, si presenta il problema di come andare avanti, con i genitori ricoverati e il divieto assoluto di uscire di casa fino a quando non saranno dichiarati guariti. «Si è innescata una bellissima gara di solidarietà tra parenti, amici e vicini di casa - racconta ancora - L'altro giorno alcuni condomini, spontaneamente, hanno fatto la spesa e l'hanno lasciata alla porta di casa». In casa c'è anche un cane: «Inizialmente abbiamo avvisato la protezione civile, affinché mandassero qualcuno per portarlo fuori con le precauzioni del caso, ora c'è una dog-sitter», aggiunge Vito.

Ma le criticità restano: «Secondo la Asl la mia famiglia, e in questo caso i miei figli rimasti a casa, dovrebbe andare autonomamente al drive-in per il tampone molecolare di controllo. Ma vista la situazione mi auguro che si trovi, anche tramite il medico di base, la soluzione per un test domiciliare».

 

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