Roma, liberata la casa del pensionato "sfrattato" da un'abusiva: «Incubo finito, ma ora qui è tutto devastato». Le immagini dell'abitazione occupata

Per tre settimane l'86enne si è ritrovato senza tetto

Roma, restituita la casa al pensionato "sfrattato" da un'abusiva: «Incubo finito, ma ora qui è tutto devastato»
Roma, restituita la casa al pensionato "sfrattato" da un'abusiva: «Incubo finito, ma ora qui è tutto devastato»
di Adelaide Pierucci
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Venerdì 5 Novembre 2021, 11:29 - Ultimo aggiornamento: 6 Novembre, 16:16

L'incubo è finito: ha riavuto questa mattina il suo appartamento Ennio Di Lalla, l’ottantaseienne pensionato del quartiere Don Bosco a Roma sfrattato da una occupante abusiva il 13 ottobre, come raccontato e denunciato dal Messaggero che ha evidenziato una situazione più frequente di quanto si pensi. Ci si ritrova con la propria casa occupata e non è facile, nonostante la palese illegalità, far valere i propri diritti.

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Di Lalla si è ritrovato di fatto senza tetto per tre settimane.

E in più ora l'abitazione è stata saccheggiata e devastata dalla rom nata in Italia. «Piango per i miei ricordi andati in fumo. Ma ringrazio chi alla fine mi ha aiutato a riavere almeno le mura», ha detto l’anziano accompagnato dal legale di fiducia, Alessandro Olivieri. L'uomo si è anche sentito male durante la concitata mattinata in cui ha recuperato l'uso del proprio appartamento.

 

 

 

La storia

Ad occupare l'appartamento è stata una rom di nazionalità italiana di 28 anni residentea al campo nomadi di via Gordiani. La donna al momento dello sgombero era fuori casa, i carabinieri l'hanno rintracciata nelle vicinanze.

“Non sapevo che l'abitazione fosse abitata. Non c'era un materasso”, si è giustificata. 

Per arrivare allo sgombero è stato necessario un doppio intervento giudiziario. I carabinieri hanno inviato un'informativa al pm segnalando la situazione e il magistrato ha richiesto il sequestro dell'appartamento, firmato in serata dal giudice per le indagini preliminari. Lo stesso pm ha poi firmato un atto di restituzione dell'immobile all'anziano, Ennio Di Lalla.

La vicenda scoppia la sera del 13 ottobre. L'amministratore del condominio, un palazzo in via Pasquale Del Giudice, avverte l'anziano: “Degli inquilini hanno sentito strani rumori provenire dall'appartamento”, pare fosse stata scardinata la porta blindata. L'ottantaseienne non avverte subito le forze di polizia. Pensa che i ladri, disturbati, siano rimasti a mani vuote e siano scappati via.

“Verificherò domani”, ha pensato. Il resto lo ha scritto sulla denuncia presentata in una caserma dei carabiniei: “L'indomani, il 14 ottobre verso le 11.30, mi recavo a casa per verificare quanto mi era stato riferito. Ho provato ad inserire le chiavi nella toppa della serratura e ho constatato che non erano più funzionanti. Notato l'evidente danneggiamento della porta ho dedotto che era stata sostituita la serratura. Avendo paura di trovare ancora qualcuno all'interno, mi sono recato in un ufficio di polizia per chiedere un immediato intervento, ma mi veniva consigliato di tornare a casa, cioè fuori casa, chiamare il numero di emergenza e aspettare l'arrivo, effettivamente immediato, di una pattuglia”.

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Il racconto dell'anziano

“Gli operanti, però, dopo aver constato l'impossibilità di entrare nella mia abitazione con le mie chiavi hanno suonato - spiega ancora il pensionato - A quel punto compariva dalla mia casa una donna a me del tutto sconosciuta che accettava di fare entrare i carabinieri”.

“Purtroppo, però - continua l'anziano - i militari con mio immenso stupore all'uscita – forse anche per evitare problemi di ordine pubblico nei miei confronti - mi invitavano ad allontanarmi dalla mia abitazione nonostante avessi rappresentato loro che vivo e ho sempre vissuto lì. Quindi io sono dovuto andare via e quella donna è rimasta dentro casa senza che io potessi fare nulla. Non mi è rimasto che formalizzare la denuncia”.

Nella segnalazione alle forze di polizia, l'uomo ha precisato che in casa aveva quasi “tutti i documenti sanitari, per lui indispensabili, delle medicine salvavita, e soprattutto tanti beni di valore, una decina di quadri d'autore, libri rari, una collezione di monete, un'altra di accendini d'oro, orologi, ma anche vestiti e scarpe di marca”. Tutto scomparso.

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