Fase 2, ristoranti e negozi, plexiglass e distanze: «Così tremila locali non aprono»

Fase 2, ristoranti e negozi, plexiglass e distanze: «Così tremila locali non aprono»
di Rosario Dimito e Francesco Pacifico
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 13 Maggio 2020, 07:35

Quattro metri quadrati a testa nei ristoranti di Roma e del Lazio, ma lo spazio si può dimezzare applicando barriere divisorie con gli altri commensali. E per i negozi, quelli che vogliono avere il certificato Liberi da febbre, i titolari devono utilizzare all'ingresso termoscanner per misurare la temperatura a dipendenti e clienti. Guardando all'abbigliamento, sarà possibile misurare i vestiti, ma in questo caso i commercianti dovranno sanificare gli abiti. Per quanto riguarda i centri commerciali si potrà accedere, ma con uno spirito diverso dal passato.

Riaperture bar e ristoranti, il documento Inail-ISS

Fase 2, le imprese contro le linee guida per la riapertura: sono insostenibili

Per le aperture dei bar e ristoranti, il team del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, ieri fino a tarda sera, ha dato gli ultimi ritocchi alle linee guida per le riaperture degli esercizi da lunedì 18. Il documento dovrebbe essere pronto per stamani. Alla stesura hanno partecipato cinque esperti: Americo Cicchetti (Direttore Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari facoltà di economia, Università Cattolica Campus di Roma), Paolo Sormani (Direttore Generale del Policlinico Universitario Campus Bio-Medico), Enrico Di Rosa (Direttore servizio igiene sanità pubblica alla Sapienza), Enrico Girardi (Direttore dell'Unità di Epidemiologia clinica dello Spallanzani), infine Bruno Papaleo (Inail). Le raccomandazioni partono dall'analisi del rischio appena predisposta da Inail e Cts.

SPORT INDIVIDUALI
Due ordinanze oggi dalla Regione: con la prima si permette agli esercenti di raggiungere i loro locali prima del 18 per metterli in sicurezza; con l'altra si autorizza da lunedì la riapertura dei centri sportivi per le attività individuali. Per quanto riguarda i ristoranti, il layout dei locali va rimodulato nei tavoli e nei posti a sedere, garantendo il distanziamento con uno spazio di almeno 4 metri quadrati per ciascun cliente. Ma si ipotizza di ridurre lo spazio ad personam a due metri quadri, purché si adottino misure organizzative come le barriere divisorie (in plaxiglass). Per quanto riguarda lo spazio tra i tavoli, confermata la soluzione Inail dei 2 metri per garantire libertà tra i clienti durante il pasto (senza obblighi di mascherina).
Queste prescrizioni spaventano i ristoranti. Secondo le associazioni del commercio, il 18 maggio, non riapriranno a Roma circa 3mila ristoranti, un terzo del totale, che danno lavoro a circa 8mila dipendenti. Per Stefano Di Niola, leader della Cna capitolina, «il numero di chi chiude potrebbe salire». Aggiunge Giancarlo Deidda, commissario di Fipe Confcommercio Roma: «Con queste misure i ristoranti romani perdono 246mila posti a sedere».
Riguardo i negozi di scarpe, abbigliamento e altre attività, si vuol lasciare la libertà agli esercenti di potersi fregiare del bollino free from fever, liberi da febbre, attribuito dalle Camere di commercio per aumentare all'esterno le credenziali di sicurezza. Ma il proprietario dovrà utilizzare all'ingresso termoscanner per misurare la temperatura. Confermate le altre prescrizioni di base: garantire, sempre ai fini del distanziamento, uno spazio 40 metri quadri oltre al dipendente per ogni cliente, uso di mascherine, guanti, gel igienizzanti e sanificazione anche bi-giornaliera del negozio e dei servizi. Sarà permesso di provare gli abiti: ma l'esercente dovrà sanificare i vestiti non comprati. Un'ipotesi che non piace ai negozianti, che temono di rovinare così i capi.
Infine i centri commerciali, per i quali sarà prevista una regolamentazione tra qualche giorno e che potrebbero riaprire lunedì. Ma non saranno più luoghi di svago e dove trascorrere alcune ore nel week end, ma si potranno frequentare soltanto per il tempo necessario agli acquisti. Previsti ingressi separati per entrate e uscita, distanziamento e obbligo di mascherine, guanti e gel.

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