Alcol e droga al rave nell'università: in duemila per l'evento illegale

Alcol e droga al rave nell'università: in duemila per l'evento illegale
di Marco Pasqua
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Domenica 12 Maggio 2019, 10:08 - Ultimo aggiornamento: 15 Maggio, 21:48

Dimenticate l'ordinanza anti-alcol del Comune, le norme sulla somministrazione degli alcolici, quelle sui pubblici spettacoli ma anche le leggi sulla sicurezza. Per una notte, gli occhi della statua della Minerva, a piazzale Aldo Moro, cuore della Sapienza, hanno assistito ad uno dei più grandi eventi abusivi realizzati all'interno di un ateneo. Nessun permesso richiesto, gli organizzatori tutti dei collettivi che gravitano intorno all'università (e di cui non fanno parte solo studenti) da mesi hanno preparato il rave notturno, pubblicizzato sui social, in spregio a ogni legge.
 

 

LUNGHE CODE DALLE 23
L'evento conclusivo di questo Teppa fest (celebrazione della teppaglia), dopo una due giorni segnata, tra le altre cose, da una proiezione cinematografica abusiva (contro al quale si era mossa anche la Lucky Red), è una notte che spingerà almeno 2000 persone ad aspettare l'alba, tra alcol e droghe. Ingresso da piazzale Aldo Moro, tramite un cancello gestito dagli organizzatori. «L'ingresso è 3 euro», dicono. La fila scorre lenta. Ci sono anche minorenni, allettati dalla prospettiva di una notte a base di alcol low cost e droghe da acquistare liberamente. Da queste parti, la legalizzazione della marijuana (e non solo) è già realtà. Quando, intorno a mezzanotte, la fila è aumentata in maniera esponenziale, gli organizzatori tshirt e felpe nere, tutti già visti nelle manifestazioni di antagonisti e centri sociali decidono di aprire altri due cancelli. Anche qui dimostrano di essere in possesso delle relative chiavi. «Chiedono il libretto universitario?», domanda un 40enne, che con l'università non ha nulla a che fare. «No, entrano tutti», risponde uno della sicurezza. Non ci sono buttafuori, ma c'è chi vigila su chi entra nell'ateneo (alla larga i giornalisti). Quello che gli organizzatori non sanno, è che la polizia ha seguito, a distanza, tutto l'evento, riprendendo tutti i momenti clou del rave.
Il piazzale è stato trasformato in una grande dancefloor: palco, con casse professionali, un lungo elenco di cantanti tutti riconducibili all'area dei centri sociali. Ovviamente neanche la Siae è stata contattata. Uno dei punti più affollati è il bar (abusivo). Le più richieste sono le birre: 3 euro l'una (ma se si restituisce il bicchiere, si hanno 50 centesimi indietro: irregolari e abusivi, ma attenti all'ambiente, a quanto pare). Non mancano i superalcolici, venduti a tutti, anche ai minorenni. Immancabili i cornetti (1.50 l'uno); c'è pure l'angolo del vino biologico. Si balla fino a notte fonda. Dal palco si urlano slogan contro i fascisti, sui social non si risparmia nessuno («dito in alto per Salvini», scrive uno degli artisti sul suo Instagram, postando la foto delle centinaia di persone sotto al palco). Alle 4.30 qualcuno è collassato per i vialetti, addormentandosi come meglio poteva; i più urinano sui muri delle facoltà. Sulle panchine altri si scambiano delle sostanze che vengono aspirate (presumibilmente cocaina), ma l'odore inconfondibile è quello degli spinelli. Durante l'ultima festa abusiva a settembre si era optato per l'ingresso gratuito. Che, evidentemente, non è stato considerato abbastanza remunerativo. C'è chi qui è venuto non tanto per la musica, ma per perdersi, per una notte, tra i viali dell'ateneo. E La Sapienza? L'ateneo fa sapere che questa iniziativa non era organizzata e che provvederà a presentare una denuncia alla Procura (bisognerà soprattutto chiarire come mai gli organizzatori fossero in possesso delle chiavi dei cancelli di ingresso).
 


DENUNCE IN ARRIVO
La polizia si è già mossa e stavolta interverrà anche la sezione dell'Amministrativa di San Vitale.
L'attenzione del Questore, Carmine Esposito, sugli eccessi e gli abusi della movida, non poteva non focalizzarsi su questo happening illegale. Agli organizzatori, quindi, verranno comminate sanzioni amministrative salatissime: quelle per la somministrazione abusiva di cibi e bevande ma anche per l'assenza di una licenza di pubblico spettacolo. Perché la legge vale anche per i seguaci della Teppa.

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