Campidoglio, Raggi vuole ricandidarsi: M5S, ecco il partito pro Virginia

Virginia Raggi
Virginia Raggi
di Simone Canettieri
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Sabato 22 Febbraio 2020, 10:00 - Ultimo aggiornamento: 16:00

«Si sono aperte le danze», rileva Max Bugani, braccio destro di Virginia Raggi in Campidoglio ma anche big (in questa fase critica) del M5S. A separare le acque dei grillini è stata un'intervista di Roberta Lombardi, capogruppo in Regione Lazio ma soprattutto membro del comitato di garanzia, che al Messaggero ha aperto a un'alleanza per il Campidoglio con il Pd e le altre forze civiche, ma senza Virginia Raggi perché le «nostre regole non lo permettono».

In effetti quando era capo politico Luigi Di Maio introdusse la regole del mandato zero: la possibilità per i consiglieri comunali di correre per un terzo giro, senza però contemplare i sindaci. Una norma vista da molti come anti-Raggi e Appendino (che però ha già annunciato di non essere interessata alla ricandidatura). Ma è proprio tra i risvolti del futuro del Movimento che le cose potrebbero cambiare.

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L'occasione giusta per arrivare a una «deroga per Virginia», come annuncia e chiede il senatore romano Emanuele Dessì è destinata a passare dagli Stati generali dei grillini, che potrebbero però slittare in piena estate, dopo le elezioni regionali che tante tensioni stanno creando in queste ore. E qui si ritorna al ruolo di Raggi nei nuovi assetti del Movimento: «Virginia non vuole essere tirata per la giacchetta in giochi di congresso», dicono in Campidoglio. Ma allo stesso tempo, Paola Taverna e un pezzo di riformisti difficilmente potranno rinunciare a una big come Raggi in un'ottica di squadre e blocchi contro il mondo di Di Maio. E sempre in questo senso non va dimenticato che la grillina della Capitale ha dalla sua Beppe Grillo, ma anche Alessandro Di Battista, che la settimana prossima tornerà in Italia dopo il viaggio in Iran. «Vai Virginia, a testa alta, un passo dopo l'altro, in direzione ostinata e contraria», dice ancora Bugani, commentando il post in cui Raggi commenta la sua ricandidatura (24mila i like su Facebook fino a ieri sera).

LA TATTICA
Ufficialmente l'annuncio dell'inquilina del Campidoglio ancora non c'è, d'altronde mancano 14 mesi e i tempi in politica sono tutto. A chi le chiede un bis, operazione dall'esito molto complicato, la grillina risponde tra il serio e il faceto: «Ci sto pensando, ma mio figlio me lo chiede sempre». Particolari? Chi lo sa. Di sicuro, ieri dopo aver letto l'intervista dell'arci-nemica Lombardi, la reazione di Raggi è stata per la prima volta molto decisa, anche nei confronti della storica avversaria: «C'è chi ama parlare di giochi di poltrone e giochi di palazzo. Personalmente preferisco lavorare per i cittadini». «Se mi ricandido? Per ora sono concentrata a sbloccare i cantieri e a portare investimenti su Roma». Ma è proprio quel «per ora» che fa ben sperare il fronte dei suoi sostenitori dentro e fuori la rete. Per la cronaca «Virginia» ha un 1 milione di sostenitori su Facebook (il 60% di fuori Roma): un potere di fuoco noto a tutti. Ecco, perché nei giochi interni al Movimento è considerata comunque un pezzo da novanta da coinvolgere. Dessì spinge per la deroga o, ipotesi più fantasiosa, per una corsa con una lista civica appoggiata dal M5S. «Personalmente non ritengo si debba smaterializzare, anzi».

Paola Taverna non parla, ma i suoi fedelissimi, come il tesoriere del M5S alla Camera Francesco Silvestri, continuano «a spingere per Raggi affinché abbia tutto il nostro sostegno da qui alle elezioni».
Lombardi però ha aperto un altro fronte: l'alleanza con il Pd alle comunali. Dal Nazareno spiegano che è ancora presto per fare questi ragionamenti ma con la sindaca uscente in campo «sono impossibili» e comunque «alle comunali c'è il doppio turno». «Il Pd sarà motore di un ampia coalizione di centrosinistra - afferma il capogruppo in Aula Giulio Cesare Giulio Pelonzi -. M5s deve fare chiarezza al suo interno prima di poter essere un interlocutore. Adesso non sono affidabili. Di certo l'interlocutore non potrà essere la sindaca». Anche per i dem non sono messi benissimo, ma di sicuro escludono «qualsiasi appoggio a Carlo Calenda». La vicenda è tutta politica, anche in casa Raggi. Nel senso che a difenderla è intervenuto puntuale il marito Andrea Severini, agit-prop sui social: «Virginia, visto che molti rilasciano interviste e sparlano di poltrone, me ne compri una?».

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