Maddalena Urbani morta per overdose, il fratello: «Era geniale e fragile, ha pagato più di tutti la perdita di nostro padre»

Morta per overdose la figlia dell'eroe Sars: arrestato il pusher
Morta per overdose la figlia dell'eroe Sars: arrestato il pusher
di Alessia Marani
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Domenica 28 Marzo 2021, 17:56 - Ultimo aggiornamento: 29 Marzo, 06:51

«Mia sorella Maddalena era la più piccola, aveva soli 3 anni quando papà è morto, le è stato strappato via, è lei che ha subito il trauma più grande e alla fine ha pagato più di tutti. La sua scomparsa attribuita a una overdose ci sconvolge, forse era finita in un giro di brutte amicizie. Ma non era una tossicodipendente, mia sorella era altro: era passione per l’arte e amore per gli altri, generosa come lo era stato nostro padre Carlo».

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Luca Urbani, 25 anni, è uno dei fratelli di Maddalena, 20. Il più grande, Tommaso, 33, è impegnato in una missione di Medici Senza Frontiere - la stessa organizzazione per cui il padre Carlo Urbani ritirò nel ‘99 il Nobel per la Pace - nella Repubblica Centrafricana e non potrà fare rientro in Italia prima di venerdì. É Luca nella casa di famiglia marchigiana a farsi forza e a parlare di “Maddi” e dei suoi sogni anche per la madre, Giuliana Chiorrini.

«Mia mamma è distrutta dal dolore», dice. Maddalena, 21 anni a maggio, è stata trovata morta sabato in un appartamento sulla Cassia, a Roma.

Una vita fragile «tra alti e bassi», minata dalle lacrime per la scomparsa prematura del padre e dalla nostalgia del Vietnam dove aveva vissuto. 


Luca “chi” era sua sorella Maddalena?
«Una ragazza che ha sofferto molto. Una giovane donna determinata e orgogliosa della sua indipendenza. Si era scelta un nome, Malìa, e così si faceva chiamare da tutti. Si era trasferita a 19 anni a Perugia dopo avere interrotto gli studi. Era andata a vivere da sola in un bell’appartamento in Centro, vicino al bar dove aveva preso a lavorare con tanto impegno per rendersi autonoma. Con mamma eravamo andati a trovarla per Natale, ci sentivamo sempre, anche in videochiamata con Tommaso che era più lontano, e proprio due giorni fa mi aveva assicurato che sarebbe venuta per la mia laurea, la prossima settimana».
La morte di vostro padre, considerato un “eroe” per avere isolato per primo al mondo il virus della Sars a spese della sua stessa vita, aveva segnato Maddalena?


«Sì naturalmente. Nostro padre venne chiamato come capo dell’unità investigativa pandemica dell’Oms per quella che fu la sua ultima missione in Vietnam nel gennaio del 2000, era il coronamento di una carriera ma decise di rimandare la partenza a dopo la nascita di Maddalena. Lei è cresciuta lì per tre anni, apprese prima il francese dell’italiano, poi arrivò la morte di papà e il ritorno listato a lutto in Italia. Maddalena per noi era rimasta la bambina di casa, la persona a cui dare più attenzioni».


L’Aicu, l’associazione intitolata a Carlo Urbani, ha voluto ricordarla con i versi di una poesia di Pessoa, «la morte è la curva della strada», recita...


«Una strada tra alti e bassi per Malìa che era generosa e socievole e su cui, forse, si è persa. Faceva amicizia con tante persone. Ci parlavi un’ora e ti entrava subito nel cuore. Temo che sia stata proprio qualche cattiva amicizia a portarcela via. Già una volta in passato la strappammo a delle cattive amicizie, ma la droga non c’entrava nulla».


Sapeva che sua sorella era a Roma?
«No, ma ci andava regolarmente. Ci era stata più volte nell’ultimo periodo. Due settimane fa le avevo acquistato personalmente un biglietto per la Capitale. Non credo che il siriano che l’ha ospitata fosse uno sconosciuto, anzi».


Che idea vi siete fatti di ciò che è successo?
«Siamo sconvolti, quando il maresciallo del paese è andato a casa da mamma per informarla ci è caduto il mondo addosso. Mia sorella non aveva assolutamente problemi di tossicodipendenza, non toccava droghe pesanti. Non sappiamo cosa può essere accaduto, né conosciamo l’amica che era con lei. Non vorremmo, però, che qualcuno prima di pensare ad aiutare Maddalena che stava male, abbia pensato a salvare se stesso. Ma è solo un pensiero anche prematuro, non vogliamo accusare nessuno. Aspettiamo l’autopsia per avere più informazioni e confidiamo nel corso delle indagini. Ma vorremmo che sia fatta luce fino in fondo sulla vicenda».


Qual era l’ultimo sogno di Maddalena?
«Prendere il diploma artistico. Si era iscritta alle scuole serali per continuare gli studi. Amava dipingere e scolpire. La sua era un personalità creativa e geniale. Ora la nostra Malìa potrà riabbracciare papà».

Arrestato il pusher

 Abdul Aziz Rajab, il siriano di 64 anni che aveva ospitato Maddalena Urbani è stato arrestato dalla Squadra Mobile di Roma per detenzione di droga. Ma non è escluso che al termine dell’autopsia fissata per oggi, l’accusa per lui possa trasformarsi in quella di morte in conseguenza di altro delitto, se non addirittura in omicidio. Nel frattempo, però, le indagini proseguono per capire come e chi abbia portato la droga nell’appartamento popolare. Gli agenti hanno ascoltato diversi testimoni, compreso il nipote della reale assegnataria, un’anziana deceduta da tempo, a caccia di un ulteriore pusher. Nell’abitazione occupata abusivamente in via Vibio Mariano, sulla Cassia, dove la ragazza arrivata da Perugia è stata trovata senza vita sabato, i poliziotti hanno rinvenuto dell’eroina, da qui l’arresto per Abdul.

Il pm Pietro Pollidori, intanto, ha disposto per stamani il conferimento dell’incarico per l’autopsia. L’esame sarà determinante per capire, oltre alla sostanza che ha causato l’overdose, a che ora risalirebbe il decesso della ragazza e se questa abbia subito delle violenze. A chiamare l’ambulanza era stata intorno alle 13,30 l’amica 23enne che era arrivata con lei a Roma dall’Umbria. Ma lo scenario che i sanitari hanno trovato davanti ai loro occhi non era chiaro e hanno così chiesto l’intervento della polizia. Sulle prime dalla ventitreenne e dal siriano, agli arresti domiciliari per traffico di droga, sono state fornite agli investigatori versioni piene di buchi e contraddizioni. Maddalena, secondo quanto raccontato inizialmente si sarebbe sentita male per strada e casualmente sarebbe finita in casa del siriano a cui avevano chiesto aiuto. 


IL COVO
Ma subito i primi riscontri hanno smontato questa tesi: le due ragazze si trovavano già in via Vibio Mariano almeno dalla sera precedente e “il siriano”, a quanto pare, non sarebbe stato un perfetto sconosciuto. Il sospetto è che, nella concitazione, chi si trovava con Maddalena possa avere tardato nel chiamare i soccorsi. Lo “zio” o lo “zoppo”, per via di una invalidità al piede, come Abdul è chiamato da tutti in zona, occupava l’appartamento formalmente assegnato all’anziana deceduta il cui nipote, anche lui con precedenti per spaccio, avrebbe ospitato spesso dei pregiudicati e assuntori di droga. Dal condominio erano partite segnalazioni in passato persino per un “rider” corriere della droga che partiva per le consegue in bici proprio da quell’abitazione al piano terra. 


Maddalena è morta all’indomani della consegna da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella dell’onorificenza della Gran Croce d’Onore dell’Ordine della Stella di Italia alla memoria del padre Carlo, il cui 18esimo dalla scomparsa ricorre proprio oggi, 29 marzo. I funerali della ragazza non si svolgeranno immediatamente per permettere il rientro in Italia del fratello Tommaso in missione di Medici senza Frontiere in Africa, previsto non prima di venerdì.
 

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