Luca Sacchi, due fermi per la morte. Spunta un terzo uomo. La fidanzata: «Droga non c'entra»

Luca Sacchi, due giovani romani fermati e trasferiti in carcere. Fidanzata: «La droga non c entra»
Luca Sacchi, due giovani romani fermati e trasferiti in carcere. Fidanzata: «La droga non c’entra»
di Alessia Marani
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Venerdì 25 Ottobre 2019, 09:17 - Ultimo aggiornamento: 20:53

Sono stati fermati nella notte i due sospettati per l'omicidio di Luca Sacchi, il ragazzo ucciso durante una rapina alla Caffarella con un colpo alla nuca mentre tentava di difendere la fidanzata. Si tratta di due romani di 21 anni, entrambi residenti a San Basilio, che sono stati portati in Questura verso le 2.45 e interrogati per ore. Poi, in mattinata, sono stati fermati con l'accusa di concorso in omicidio e trasferiti nel carcere di Regina Coeli.

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La ricostruzione
La dinamica ipotizzata ieri, secondo la quale Luca sarebbe stato ucciso perché tentava di difendere la fidanzata da uno scippo, cambia totalmente. I due 21enni, che conoscevano già Sacchi, avrebbero avuto un appuntamento con lui che voleva comprare del "fumo". A quel punto però qualcosa è andato storto, e uno dei due, Valerio Del Grosso, incensurato di 21 anni, avrebbe aperto il fuoco uccidendo il 24enne. Prima la sua fidanzata sarebbe stata colpita con una mazza da uno dei due balordi che volevano il suo zaino. Sono stati proprio la madre e il fratello di questo ultimo a presentarsi la scorsa notte al commissariato di San Basilio dicendo che temevano avesse fatto
«una cazzata». A quel punto sono intervenuti la squadra mobile e il nucleo investigativo dei carabinieri. L'altro ragazzo, Paolo Pirino, sempre 21enne, ha dei precedenti per droga.



Sequestrata la mazza
Poi i due pusher avevano gettato la mazza usata per colpire la ragazza nei campi vicino al Grande Raccordo Anulare. E lì nei pressi dell'uscita per Casal monastero polizia e carabinieri l'hanno trovata e sequestrata. La mazza è stata usata da Valerio Del Grosso e Paolo Pirino per colpire la fidanzata di Luca Sacchi prima di strapparle lo zainetto. Gli investigatori cercano ancora al pistola usata da Dal Grosso per uccidere Sacchi.


Sospetto killer denunciato dalla madre
«Temo sia stato mio figlio, forse è coinvolto nell'omicidio di Luca Sacchi». Questo è quanto avrebbe detto la mamma del ragazzo sospettato di avere ucciso con un colpo di pistola Luca Sacchi, 24 anni, a Roma. La donna si è recata nella tarda serata di ieri in un commissariato accompagnata dall'altro figlio per comunicare i suoi sospetti. Da lì sono poi scattate le indagini dei carabinieri che con la polizia hanno poi bloccato i sospettati. A sparare sarebbe stato un incensurato, il complice avrebbe precedenti per droga.

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Caccia al terzo uomo
E c'è da chiarire il giallo della presunta presenza di un terzo uomo sulla scena del delitto, forse un complice dei pusher. «Gli accertamenti che l'autorità giudiziaria disvelerà quando riterrà opportuno non ci raccontano la storia di due poveri ragazzi scippati», ha detto il capo della polizia Franco Gabrielli.

In carcere 
Scortati da diverse moto e automobili di Polizia e Carabinieri i due 21enni accusati dell'omicidio di Luca Sacchi dopo il fermo sono stati trasportati, su due auto diverse, presso il carcere di Regina Coeli. Usciti dalla Questura si sono coperti con le t-shirt il volto per evitare di essere immortalati dai fotografi e dagli operatori presenti. 

Le indagini
I due, secondo quanto riferito dagli inquirenti, si stavano nascondendo: uno è stato rintracciato in un residence mentre l'altro in una casa. La Smart sulla quale i due fermati si sono dileguati dopo l'omicidio è stata sequestrata. Non è stata ancora ritrovata la pistola, forse una calibro 38, utilizzata dagli aggressori per uccidere Sacchi con un colpo alla testa. Lo riferiscono gli investigatori. Dopo il fermo dei presunti responsabili, le indagini di polizia e carabinieri vanno avanti.

Il ca
po della polizia
«Che Roma abbia i suoi problemi credo nessuno non lo disconosca, ma rappresentarla come Gotham City...» Lo ha detto il capo della polizia Franco Gabrielli, commentando l'omicidio di ieri nella Capitale. I responsabili, ha aggiunto, «sono stati subito individuati e sono stati definiti i contorni di una vicenda che con una città alla deriva ed in mano al crimine ha poco a che fare».

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La fidanzata: la droga non c'entra, mai incontrati pusher. «La droga? Non c'entra niente. Luca era lì per guardare il fratellino piccolo che si trovava nel pub». A parlare ai microfoni del Tg1 è Anastasiya Kylemnyk, la fidanzata di Luca Sacchi, il giovane ucciso ieri a Roma da due ventenni arrestati che oggi sono stati arrestati. «Luca non ha mai incontrato gli spacciatori - ha aggiunto Anastasia -. Non ho visto e sentito nulla. Ho sentito solo la voce di un ragazzo romano e giovane. Mi ha detto dammi 'sto zaino. E Luca mi ha protetto come ha sempre fatto: l'ha messo a terra e forse per questo si sono spaventati».

Paolo Pirino su Facebook: tra pistole, scarface e tatuaggi. Tre uomini armati di pistola con il volto coperto come immagine di copertina e, nel profilo, gli slogan da ribelle e le foto con gli amici in pose da duri. Così il profilo Facebook di Paolo Pirino, uno dei due sospettati della morte del 24enne Luca Sacchi. All'apparenza un ragazzo come tanti con la barba incolta, gli orecchini e il petto completamente coperto dai tatuaggi, la passione per serie tv come Gomorra e Romanzo Criminale, per pugili e atleti della MMA come Floyd Mayweather e Conor McGregor e per rapper come 50 Cent. Non mancano meme e citazioni con foto di armi da fuoco nei suoi pochi post pubblici. «Prendi la vita come viene, tanto tutto può cambiare in un attimo...», recita uno slogan condiviso da Pirino. «Sia nel bene che nel male io la mia vita me la godo finché posso...Degli altri? Non me ne frega un c*zzo! Nessuno mi ha regalato niente», si legge in un'altra foto abbinata a una celebre immagine di Scarface Al Pacino.

 
 

Valerio Del Grosso: chi è il ragazzo che ha sparato a Luca. È stato lui a sparare: Luca Valerio Del Grosso, 21 anni, di San Basilio, avrebbe premuto il grilletto della pistola che ha ucciso Luca Sacchi, il ragazzo freddato alla Caffarella. Del Grosso è stato rintracciato in un hotel a Tor Cervara dopo essere stato denunciato dalla madre. Il ragazzo ha precedenti per percosse. «Temo sia stato mio figlio, forse è coinvolto nell'omicidio di Luca Sacchi», ha detto la donna si è recata nella tarda serata di ieri in un commissariato accompagnata dall'altro figlio per comunicare i suoi sospetti. Da lì sono poi scattate le indagini dei carabinieri che con la polizia hanno poi bloccato i sospettati. A sparare sarebbe stato un incensurato, il complice avrebbe precedenti per droga. 

Del Grosso: la madre a letto per il dolore. L'appartamento in zona Appio Tuscolano dove Luca Sacchi viveva insieme ai genitori oggi è un viavai di parenti, amici, conoscenti. Ad aprire il portone è la zia della vittima che ha gli occhi gonfi mentre chiama a parlare il papà del ragazzo. «Stiamo decidendo con l'avvocato il da farsi, ancora non ce la sentiamo di parlare o commentare quanto accaduto», spiega con gli occhi ormai vuoti e gli amici che lo sostengono chi con una pacca sulle spalle, chi con un abbraccio. Tanti i parenti stretti intorno a lui e alla moglie che però «è a letto, provata da un dolore troppo grande» dice un altro zio mentre esce dall'appartamento illuminato e caldo.

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Manule Bortuzzo: con te la vita non ha avuto pietà. «Non ho mai sentito un episodio così vicino a me...ma se nel mio caso la vita è stata bastarda, con te non ha avuto proprio pietà«. Lo scrive in una story su Instagram Manuel Bortuzzo, il nuotatore rimasto paralizzato dopo essere stato colpito alla schiena da un colpo d'arma da fuoco lo scorso febbraio a Roma, dedicando un pensiero al 24enne Luca Sacchi. «Riposa in pace Luca, non ho più parole per descrivere quello che provo in questo momento. Mi stringo forte attorno ai familiari«, scrive ancora Bortuzzo, pubblicando un'immagine di Sacchi con la sua fidanzata.

Trovata mazza da baseball usata nell'aggressione. È stata trovata, a quanto apprende l'Adnkronos, la mazza da baseball usata per aggredire la fidanzata di Luca Sacchi, poi ucciso con un colpo di pistola alla testa davanti a un pub in zona Colli Albani. La mazza è stata trovata in un prato.

Lo zio di Luca: non conosceva i due fermati. «Luca era un ragazzo dolce, buono, che amava lo sport. Voleva aprirsi una palestra per conto suo, farsi una famiglia con dei figli. Era fidanzato da 5 anni, nonostante fosse un bel ragazzo aveva solo Anastasiya. Ora i suoi sogni sono infranti. Luca non beveva, non fumava, tutti i suoi organi sono stati espiantati proprio perché era in perfetta salute. Solo l'occhio era inutilizzabile, colpito dal proiettile». Così Fabrizio Sacchi, fratello del padre di Luca, uscito dall'appartamento in zona Appio Latino dove il nipote viveva con i genitori e il fratello. I suoi occhi sono lucidi, fatica a parlare mentre ribadisce: «Non conosceva i due ragazzi fermati, poi giravano con una pistola, come si fa ad accomunarli a Luca? Qui non si è più sicuri, non è giusto togliere la vita così a un ragazzo e rovinare 5/6 famiglie». Racconta il dolore della madre, della cognata, di tutti quanti amavano la vittima: «La nonna che tutti i giorni sentiva Luca - dice lo zio - ieri sera non ha ricevuto la sua chiamata, la mamma non ha avuto il suo bacio e a me è mancata la sua telefonata. Mi chiamava 'number onè, io gli rispondevo chiamandolo allo stesso modo. E finita così, senza motivo».


 

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