Tumori, presidente oncologi Cognetti: «Più morti per le mancate diagnosi, rispetto al 2019 il Lazio è regredito»

C'è anche un'insufficienza cronica di medici

Tumori, presidente oncologi Cognetti: «Più morti per le mancate diagnosi, rispetto al 2019 il Lazio è regredito»
di Camilla Mozzetti
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Sabato 16 Aprile 2022, 07:58 - Ultimo aggiornamento: 26 Aprile, 16:54

«Una voragine di screening non fatti nel nostro Paese che peserà nei prossimi anni, portando ad un aumento inevitabile della mortalità». È questo il conto che pagherà anche il Lazio secondo il professor Francesco Cognetti, presidente di Foce, la Federazione degli oncologi, cardiologi ed ematologi, sia a causa del Covid ma anche per tutto ciò che nella sanità pubblica italiana manca da anni.


Professor Cognetti quanto abbiamo perso sulla prevenzione?
«A livello nazionale rispetto al 2019 per i tre principali screening - cervicale, mammografico e del colon-retto - abbiamo perso circa 4 milioni di esami.

Su base regionale il Lazio, che prima già non aveva dati brillanti, ha perso tantissimo. Tre anni fa l'adesione delle donne target al pap test era del 33% e questo collocava la Regione al 12esimo posto su scala nazionale a maggio 2021 l'adesione è scesa al 22%. Per lo screening mammografico il Lazio registrava una soglia di esami fatti del 41% collocandosi al 14esimo posto ed è regredita al 27% circa. Ancora: lo screening del colon-retto si attestava al 26%, a maggio dello scorso anno la percentuale di adesione al test è scesa al 14%».

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Una voragine di esami mancati, come si recupera?
«Mettendoci la testa. Purtroppo questi sono i dati elaborati dall'Ons, l'Osservatorio nazionale screening e finora non c'è stato un gran recupero. In parte c'è stato un difetto di adesione in parte però è pesato anche il difetto sugli inviti e quindi sul numero di esami complessivamente eseguiti. Il personale dedicato è stato anche deviato su altro».


Tutti questi esami mancati portano a diagnosticare un tumore in fase già avanzata, che rischi reali corriamo?
«Lo screening che si perde o si ritarda significa tumori più avanzati, e già li vediamo, e significa che fra qualche anno ci sarà certamente un aumento della mortalità che al momento non possiamo quantificare ma che purtroppo sarà inevitabile e durerà a lungo».


La Regione Lazio avvierà un sistema di prenotazione on-line sulla falsa riga delle vaccinazioni contro il Covid anche per gli screening di natura oncologica. Può essere utile per una ripresa sul perduto?
«Mi auguro che possa funzionare meglio ma c'è un problema sostanziale di carenza di mezzi: gli ospedali continuano ad avere posti letto di degenza assolutamente inferiori rispetto alle necessità. In Italia abbiamo 314 posti letto per 100mila abitanti contro una media europea di 500 per 100mila abitanti. Poi abbiamo carenza di posti letto in Terapia intensiva, che limita gli interventi, e non solo per il Covid: 8,8 posti letto per 100mila abitanti contro la Germania che ne ha 35. Qualche mese fa una donna si è recata all'ospedale Vannini in preda a forti dolori addominali, ha aspettato in pronto soccorso 10 ore prima di fare una tac che poi ha dimostrato un aneurisma dell'aorta e non ha fatto in tempo ad arrivare a Tor Vergata perché è morta: questo in un Paese civile non può succedere».


Con il Pnrr arriveranno risorse per la sanità, saranno d'aiuto?
«È tutto sul territorio e, per carità, ci vuole anche la riforma della medicina territoriale ma se una persona sta male va in ospedale. C'è poi una carenza di medici: la Medicina d'urgenza non ha professionisti, quella di Terapia intensiva idem, abbiamo 60 mila medici ospedalieri in meno rispetto alla Germania. Per non parlare poi dell'assenza di tanti infermieri».


Cosa fare allora?
«Revisione completa del Dm70, la legge sugli ospedali, e investimenti sulle reti ospedaliere, perché in Italia abbiamo avuto la più alta mortalità per Covid e anche nel Lazio sono aumentati i decessi per le malattie tempo-dipendenti come gli infarti e gli ictus».

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