Roma, allerta legionella, nuovi casi. La Asl Rm4: «Nessun allarme»

Allerta legionella, nuovi casi. La Asl Rm4: «Nessun allarme»
Allerta legionella, nuovi casi. La Asl Rm4: «Nessun allarme»
di Emanuele Rossi
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Venerdì 31 Gennaio 2020, 12:35
È più alto il bilancio delle persone di Ladispoli contagiate dalla legionella negli ultimi mesi. Due i decessi registrati tra dicembre e gennaio: un geometra di 49 e una pensionata di 69 anni. Due altri casi invece hanno riguardato un uomo di 70 anni, che ha reagito bene alle cure antibiotiche e una donna 67enne, ancora ricoverata in ospedale. È il figlio della signora a raccontare il calvario. «Mia madre – è la testimonianza di Marco - ha contratto la legionella il 27 settembre e da allora sta combattendo. Crisi respiratoria, coma, tracheotomia, terapia intensiva: adesso in riabilitazione essendo diversi mesi che non ce la fa ad alzarsi dal letto».

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I familiari non sono riusciti a comprendere dove possa essere stata contagiata. «I sanitari ci hanno spiegato che l’incubazione va dai 2 a 5 giorni – prosegue il figlio – e lei aveva girato diversi posti prima. Era stata ricoverata inizialmente all’Aurelia Hospital, poi sbattuta ad Arezzo, Firenze, poi di nuovo ad Arezzo. Il 16 gennaio ho perso mio padre per un arresto cardiaco. Infine mia madre è stata trasferita nell’ospedale San Paolo di Civitavecchia dove si trova tuttora. Dobbiamo ancora uscire dal tunnel». Difficile stabilire se ci possa essere una relazione sul territorio tra tutti i vari casi di legionella. Anche perché, come confermato dall’Asl Roma 4 ma anche da alcuni parenti, sia il geometra deceduto che il 70enne fuori pericolo di Ladispoli in quei giorni si erano recati in strutture turistiche di altre regioni. In ogni caso l’azienda sanitaria ha inviato una nota. «In relazione ai tre casi di legionella verificatesi negli ultimi due mesi nel comune di Ladispoli, - precisa Simona Ursino, direttore del Servizio igiene e sanità pubblica - confermiamo che sono stati effettuati i campionamenti in due abitazioni. Il terzo caso comunicato lo scorso 27 gennaio, è stato contattato per concordare un sopralluogo». 

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Poi le rassicurazioni. «La legionella non si trasmette da persona a persona – aggiunge la dottoressa Ursino - e il batterio vive generalmente in ambienti acquosi, serbatoi, impianti di riscaldamento dell’acqua, torri di raffreddamento dei sistemi di condizionamento e si trasmette per via area. La malattia è più frequente con l’aumentare dell’età, nei pazienti fumatori o con patologie croniche». 
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