Coronavirus Roma, focolaio nel palazzo occupato a Garbatella. «Difficile tracciare i positivi»

Coronavirus Roma, focolaio nel palazzo occupato a Garbatella. «Difficile tracciare i positivi»
di Camilla Mozzetti
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Domenica 14 Giugno 2020, 10:56 - Ultimo aggiornamento: 11:40

Isolati, analizzati e trasferiti: il focolaio scoppiato nel palazzo occupato di piazza Attilio Pecile alla Garbatella è «Sotto controllo», fanno sapere dalla Asl Roma 2 e dalla Regione Lazio. Chiuso il “cluster” divampato dopo che un bambino, con sintomi da Covid, è stato portato in ospedale a metà settimana e da lì è stata analizzata la famiglia - accertate altre 4 positività - e disposta l’indagine epidemiologica nel palazzo, un tempo sede dell’azienda sanitaria locale dell’VIII Municipio e trasformato poi, a partire dal 2013, in occupazione abusiva da circa 110 persone. Dentro ci vivono anche italiani, ma i più sono peruviani, bulgari, etiopi. 

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L’Asl Roma 2 ha contato ieri 9 nuove positività. A ieri pomeriggio mancavano però almeno una trentina di tamponi e in serata, stando ai conti dell’VIII Municipio la quota totale delle positività dentro al palazzo di piazza Pecile ammonta a 18 casi, contando sempre la famiglia da cui è partito il “cluster”. 
Nessuno manifesta sintomi gravi e l’Asl con il supporto della Croce Rossa e la supervisione degli agenti di polizia del commissariato Colombo, ieri pomeriggio ha trasferito con tre viaggi alcuni positivi asintomatici e altre persone in una struttura alberghiera non distante da Rebibbia adibita a centro Covid per lo svolgimento della quarantena in sorveglianza. La decisione è stata presa anche per evitare la promiscuità tra gli occupanti giacché i bagni sono per lo più in comune. L’Asl, che la prossima settimana effettuerà nuovamente i tamponi, sta inoltre proseguendo con il tracciamento dei contatti. Su quelli interni al palazzo, non ci sono problemi, ma si dovrà accertare con esattezza che tipo di rapporti e relazioni hanno avuto gli occupanti positivi fuori dal palazzo. Pare che alcuni di loro abbiano anche preso parte a delle manifestazioni di piazza tenutesi nei giorni scorsi.

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Esclusa dalla Prefettura l’istituzione di una zona rossa, da via di San Vitale, sede della Questura, è partito comunque l’ordine al commissariato di zona diretto da Isea Ambroselli di impedire ingressi e uscite dalla struttura, oltre a disporre almeno una pattuglia fissa h24 per evitare e scongiurare possibili sommosse. Piazza Attilio Pecile, alle spalle di via Ostiense, è un agglomerato denso di palazzi. Tanti residenti lamentano da tempo l’occupazione abusiva. «È stato sempre un via vai di persone - racconta Angelo, da dietro il bancone di un bar attiguo all’occupazione - non hanno mai dato particolari problemi ma c’è comunque una situazione di illegalità perché quel palazzo non doveva finire in questo modo». Anche chi vive in questa zona da oltre 50 anni ricorda così la storia dell’ex sede dell’Asl: «Quando gli uffici dell’azienda sanitaria furono trasferiti altrove - spiega Antonio L. a passeggio con il cane - passarono pochissimi giorni dall’arrivo dei primi occupanti, non lo tolleriamo ma tanto nessuno fa nulla, ora speriamo bene». 

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Ma come si è infettato il bambino risultato poi positivo e i suoi familiari? Sempre l’Asl ha ricostruito così la catena del contagio: una badante peruviana in servizio da una coppia di anziani residenti in zona e positivi al Covid senza che ne fossero a conoscenza ha passato almeno due notti del palazzo la scorsa settimana. La donna è a sua volta positiva e sintomatica: avrebbe sviluppato una polmonite. Si presume che sia stata lei a portare il coronavirus dentro la struttura. Ma la coppia di anziani a cui prestava servizio come si è ammalata? Uscendo di casa? Andando a fare la spesa? O venendo a sua volta contagiata ad esempio da un operatore sanitario che a domicilio eseguiva terapie specifiche a uno dei due coniugi? 
Le risposte non sono state ancora formulate con chiarezza, di certo anche per loro sono state avviate tutte le procedure previste per la gestione dei casi acclarati.

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