Comunali, “dissolvenza” dei Cinque Stelle intorno a Roma: crollano i voti a Fiano, Bracciano, Mentana e Marino

Il sindaco di Marino, Colizza, grillino, va al ballottaggio. Ma anche lì i voti alla lista del M5S sono crollati
Il sindaco di Marino, Colizza, grillino, va al ballottaggio. Ma anche lì i voti alla lista del M5S sono crollati
di Luca Lippera e Morena Izzo
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Mercoledì 6 Ottobre 2021, 09:53 - Ultimo aggiornamento: 18:21

Una Caporetto a Bracciano, voti dimezzati a Mentana alle porte della Sabina, l’irrilevanza a Fiano Romano. I due giorni di voto per le Comunali hanno disegnato per il Movimento Cinque Stelle, anche nella sconfinata provincia di Roma, un viale del tramonto sideralmente lontano dai “fasti” e dall’onda inarrrestabile di cinque anni fa. Si è salvato, a Marino, solo il sindaco Carlo Colizza, grillino della prima ora, che andrà al ballottaggio con Stefano Cecchi del Centrodestra (32%). Ma la sua sembra, più che altro, una resistenza dovuta al lavoro, all’impegno, all'essere del posto, perché anche nella città del vino la bandiera originale del Movimento ha attratto solo l’11% dei voti contro il 29% del 2016. Un tonfo per misurare il quale non serve scomodare opinionisti: basta la matematica.

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A Roma la lista Cinque Stelle, nella battaglia per il Campidoglio, è scesa dal 35% del 2016 all’11% dei consensi. Il sindaco Virginia Raggi, sostenuta da alcune formazioni civiche e dalla sua presenza sulla scena, è rimasta a galla attorno al 19%. Una sintesi,paradgigmatica, del panorama. I pentastellati in tutto l’hinterland avevano capito di non avere più il vento dell’opinione pubblica nelle vele e temevano un ridimensionamento. È andata peggio. Per tornare a dire di Marino, la formazione che si affidava al “profeta” Beppe Grillo, ebbe alle urne, cinque anni fa, circa il 29% dei voti. Ora è all’11%. Quasi un terzo rispetto ad allora.


Ma c’è di più. Domenica e lunedì, tolti i Comuni maggiori della provincia, si è votato per i sindaci in ben trentarè Municipi, da Trevignano a Rignano Flaminio, da Castel Madama ad Agosta fino a Montelibretti, Subiaco e Licenza. Nella stragrande maggioranza dei casi i grillini non hanno neppure tentato di presentare le liste.

Dove lo hanno fatto hanno dovuto ingoiare rospi. A Bracciano, cittadina simbolo del lago, dominata da un castello che parla di Storia, di tradizioni e di nobiltà, hanno ottenuto, con Renato Cozzella, il loro candidato, il 4,3% dei voti. Fuori da qualsiasi gioco: atterraggio nel mare grigio e senza luce dell’irrilevanza politica.

Mentana, alle porte della Sabina, è un posto di suggestioni: nel 1867, in pieno Risorgimento, fu teatro di uno scontro tra i garibaldini dell’eroe dei Due Mondi - uno dei simboli dell’Italia unita - e le truppe pontificie appoggiate dai francesi per oscuri giochi diplomatici. La candidata del Movimento 5 Stelle, Viviana Carbonara, sostenuta anche dalla formazione “ConTe”, ha preso tra ieri e domenica 786 consensi, l’8,39%. La sua lista, quella con l’emblema ufficiale dei grillini - le stelline dorate - si è arenata a quota 597, il 6,67% del totale. Nelle elezioni del 2016, il candidato pentastellato, David Perria, ottenne 15,20%, quasi il doppio di oggi, e lo stesso risultato ottenne la lista, due volte e mezzo più di ora. Più che una ritirata, si inizia a percepire una specie di “dissolvenza”.

Alcuni simpatizzanti dei Cinque Stelle sono presenti in forze su decine di Gruppi Facebook dell’hinterland romano e spesso svolgono la funzione di amministratori “dirigendo” il traffico dei post scritti dal pubblico: immagini di cani abbandonati, di gatti, di fiori, di montagne ma anche, qui e là, sostegni espliciti al mondo pentastellato e alla sua visione. Una piccola "macchina" che funziona come quelle della propaganda ufficial. Ma questo “humus” che alligna sui social e su alcune tv sembra non sostenere più l’albero.
Tornando a Bracciano, dove il ballottaggio sarà tra Crocichi (Pd) e il sindaco Tondinelli (Centrodestra), nel 2016 il candidato dei “5 Stelle” era Marco Tellaroli. Prese il 22,9% dei voti, non così lontano da Tondinelli (25,3%), e da Claudio Gentili, Pd pure lui, che ebbe il 24,6%. L’altroieri Cozzella, mandato avanti dai grillini per avere comunque qualcuni nella, ha preso 374 voti sugli 8.550 totali: il 4,3%, appunto. Cifre che si commentano da sole. A Fiano, dove ha trionfato l’uomo dei Ferilli, Davide Santonastaso, c’era in corsa la pentastellata Solidea Scarafoni: è arrivata ultima tra cinque candidati con il 2,95%. Totale: 202 consensi. Persa, vicino al Monte Soratte, anche Sant’Oreste, piccola ma strategica. Avamposti che vengono meno e sembrano annunciare un tramonto.

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