Diabolik, la figlia attacca il questore: «Ha violato gli accordi»

Funerali Diabolik, la figlia attacca il questore: «Ha creato disagio per dar ragione ai giornalisti»
Funerali Diabolik, la figlia attacca il questore: «Ha creato disagio per dar ragione ai giornalisti»
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Giovedì 22 Agosto 2019, 10:41 - Ultimo aggiornamento: 14:56

La figlia Fabrizio Piscitelli, detto 'Diabolik', il leader degli Irriducibili Lazio ucciso il 7 agosto scorso a Roma, ha attaccato duramente con un luno post su  Facebook il questore e i giornalisti per le vicende legate ai funerali del padre. L'accusa ha un valore ancor più significativo in prospettiva del derby Lazio-Roma che si giocherà sabato 1 settembre: è qui che autorità e forze dell'ordine saranno chiamate a concentrare la massima attenzione  

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«Io oggi contrariamente a quello che fanno vedere in televisione, ero al funerale di mio padre, cosa che forse il questore si è dimenticato, come se lo sono dimenticati quegli sciacalli dei giornalisti (perché solo gli sciacalli lucrano sulle disgrazie altrui». Inizia così il lungo sfogo pubblicato su di Ginevra Piscitelli in merito agli attimi di tensione che si sono registrati ieri al termine del funerale al Divino Amore a seguito del divieto imposto dalla questura di mostrare anche solo per pochi istanti il feretro di Piscitelli alla folla di tifosi radunata nel piazzale antistante il santuario, Ginevra Piscitelli accusa: «Il Questore ha creato, a fine celebrazione, andando contro gli accordi presi, un disagio incredibile, sia ai suoi collaboratori che a noi familiari».

«Chiaramente - aggiunge - il questore ha dovuto creare disagio per far valere la sua posizione iniziale, per dar ragione alla stampa, o meglio forse gli sarebbe costato caro se la stampa avesse scritto che tutte le persone presenti al funerale avevano mantenuto (come premesso) un atteggiamento consono e rispettoso nei confronti della mia famiglia e nei confronti di mio padre». «Vorrei che vi avessero fatto vedere mio nonno con l'ossigeno, per due ore in macchina sotto al sole, aspettando di poter fare un tratto di strada dietro suo figlio - continua Ginevra Piscitelli - vorrei che vi avessero fatto ascoltare la messa. Una messa in cui un uomo di Chiesa, un monsignore, sebbene ha citato anche il soprannome di mio padre cioè 'Diabolik' poi l'ha chiamato Fabrizio. Fabrizio in quanto uomo, marito, padre e figlio».
 


Dunque il passaggio sul sentimento che ha motivato le richieste reiterate ieri al Divino Amore. «Vorrei che vi avessero fatto ascoltare nei video che trasmettono al tg, che chiedevo, urlando, dopo mezz'ora sotto al sole, con mia madre su un'ambulanza, di far scendere l'auto con mio padre - scrive ancora Piscitelli - perché in quella macchina per molti c'era un feretro con un corpo senza vita, per me in quel feretro c'era un pezzo di cuore, c'era l'uomo che avrebbe dovuto accompagnarmi all'altare, l'uomo che avrebbe dovuto vedermi laureare, l'uomo che mi ha cresciuta, l'uomo che dormiva con me quando ero giù di morale, c'era mio padre e questo dovrebbe bastarvi». «Non mi sto giustificando - conclude infine Ginevra Piscitelli - sto dicendo semplicemente la realtà dei fatti, quella che fortunatamente più di mille persone hanno potuto vedere con i loro occhi, ma che purtroppo voi non vedrete mai. Detto questo, io continuerò a camminare a testa alta sempre e non sarò mai come avete provato a descrivermi voi. Mai. Ginevra Piscitelli».

LA REPLICA
«Non esisteva nessun accordo che prevedesse di mostrare il feretro di Fabrizio Piscitelli al pubblico radunato all'esterno del santuario del Divino Amore». È quanto affermano all'Adnkronos fonti di polizia in seguito alla polemica accesa da alcuni componenti della famiglia del leader degli Irriducibili ucciso con un colpo di pistola il 7 agosto scorso a Roma.

«Un accordo del genere - aggiungono - sarebbe stato impensabile visto che avrebbe contrastato quanto dettato proprio dall'ordinanza del questore che imponeva il rito funebre in forma privata per ragioni 'di ordine e sicurezza pubblicà». «Ieri dunque - aggiungono le fonti interpellate dall'Adnkronos - è stato garantito lo svolgimento del funerale in forma privata alla presenza di un numero ristretto di persone ed è stata garantita altresì la libertà personale dei tifosi di radunarsi a distanza della chiesa dove si sono svolte le esequie».

LA SORELLA ANGELA
«Io non ero presente tra la folla come è stato possibile notare. Mi giungono molte voci da persone che esulano dai familiari e dai tifosi che purtroppo richiamano puntualmente alla strumentalizzazione di questo funerale». È quanto afferma Angela Piscitelli, la sorella di Fabrizio, il leader degli Irriducibili Lazio ucciso il 7 agosto scorso a Roma.

«Qualche dubbio su chi abbia voluto colorarlo con le proprie tinte, lo porrei a chi ha facoltà di avere un pensiero più pulito - aggiunge - Certamente un'ordinanza del questore così tanto discussa in ogni ambiente e che ha richiesto necessariamente molti aggiustamenti essendoci con tutta evidenza a parere mio, aspetti ed ampi spazi legalmente discutibili, aveva necessità di rinforzare un suo perché».

«Comunque ciò che di spietato umanamente parlando ha preceduto il funerale, lascia spazio a mio avviso ad ampie riflessioni- prosegue Angela Piscitelli - tra queste direi che mio fratello riposa in pace e x me è ciò che conta, che il suo funerale si è svolto nella chiesa che volevamo e non in una squallida cappella alle sei del mattino, che il sacerdote è stato molto incisivo e raffinato scegliendo la parola di Dio più mirata ai vivi che ai defunti e dunque tutto il resto è noia, inutile rumore».

«Concludo ricordando che nell'inosservanza degli accordi è sfuggita agli addetti, la presenza di ospiti non richiesti e che non rientravano tra gli intimi - rileva Piscitelli - In ogni caso malgrado lo spiegamento ingente delle forze dell'ordine in divisa e non, il materiale criticabile che resta ai giornalisti e ad altri per giustificarlo, continua a restare forse eccessivamente impegnativo. Ma io non mi occupo di ordine e sicurezza né di disordine ed insicurezza».


 

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