Lazio-Roma, botte tra capi ultrà. Assalto al bar giallorosso a Casal Bertone

Lazio-Roma, botte tra capi ultrà. Assalto al bar giallorosso a Casal Bertone
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Sabato 2 Marzo 2019, 00:56 - Ultimo aggiornamento: 20:10

Lazio-Roma scontro ai vertici, ma tra capi-ultrà. Giovedì notte l’irruzione dei leader della Curva Nord, a Casal Bertone, nel bar gestito da uno dei ras della Sud, ha squarciato la tregua alla vigilia del derby che si giocherà stasera in un Olimpico blindatissimo. Come furie, i laziali, in quattro, hanno chiesto di lui che, però, non era presente. Sono tornati fuori, si sono armati con le mazze che avevano nascosto nelle auto e sono rientrati velocemente pestando chi era a tiro, spaccando tutto. 

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IN GRANDE STILE
Un raid in grande stile, come non si vedeva da tempo, per certi versi irrituale data la caratura dei personaggi coinvolti e la platealità. Ad avere la peggio un 48enne, altro esponente di rango degli ultrà giallorossi e con aderenze in ambienti dell’ultradestra, sotto diverse sfaccettature familiari a entrambe le opposte fazioni. L’uomo è finito in ospedale dove è stato medicato per alcune contusioni e una spalla fratturata. Solo se la prognosi sarà superiore ai 20 giorni, la denuncia scatterà d’ufficio, automaticamente. In caso contrario, bisognerà attendere la querela di parte - che difficilmente arriverà - perché sia aperta un’inchiesta. Il blitz non è passato inosservato ad alcuni inquilini delle palazzine non lontane dal centro commerciale e qualcuno ha chiamato il 112.



NUOVI E VECCHI SCREZI
La giornata di giovedì non prometteva nulla di buono: si era aperta con la scritta “Romanista Anna Frank” accompagnata da una svastica e dalla sigla SSL, apparsa su un muro del Circo Massimo, in nottata è scattata l’irruzione a Casal Bertone. Motivo? Questioni legate a una coreografia indigesta, sembrerebbe. Ma il tifo potrebbe avere fatto semplicemente da sfondo a ben altri scenari, a regolamenti di conti che poco c’entrano con il pallone, e a screzi mai davvero ricuciti. Ipotesi che non si possono escludere.

Una stracittadina, dunque, ad alta tensione. In campo le squadre concentrate e con la testa alla Champions, sugli spalti e fuori lo stadio, invece, si gioca il match della sicurezza. Per il nuovo questore di Roma, Carmine Esposito, che si è insediato ieri, l’evento sportivo rappresenterà anche il debutto alla guida dell’ordine pubblico capitolino. Coincidenza vuole che due anni esatti fa - era l’1 marzo 2017 - stesso debutto toccò all’uscente Guido Marino, chiamato a vegliare sul derby che si tornava a disputare in notturna (e con i divisori per la prima volta abbassati tra le Curve) in Coppa Italia. 

Blindata da oltre mille agenti l’area dell’Olimpico, altrettanti quelli schierati fin da ieri in Centro e nelle zone calde “contese” (come il Ponte degli Annibaldi a Monti) dalle due tifoserie per impedire agguati o scontri isolati, magari con il rinforzo di gruppi gemellati stranieri. Più di 700 gli steward tra gli spalti. I romanisti ieri sera avevano acquistato circa 14mila tagliandi, gli organizzatori contano di arrivare a 50mila spettatori totali. Vietata la vendita per asporto sin da 3 ore prima e 2 ore dopo il termine dell’incontro, di bevande in vetro e il trasporto nella pubblica via, nella zona dell’Olimpico e dintorni. Dalle 18 fino a cessate esigenze, chiusi: lungotevere Maresciallo Cadorna, Ponte Duca D’Aosta, un tratto del lungotevere Diaz; lungotevere Oberdan e lungotevere della Vittoria.

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