Contagi a scuola, nuove regole: «Con 6 casi si chiude l’istituto»

Contagi a scuola, nuove regole: «Con 6 casi si chiude l’istituto»
Contagi a scuola, nuove regole: «Con 6 casi si chiude l’istituto»
di Lorenzo De Cicco
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Martedì 6 Ottobre 2020, 00:00

Il Covid è arrivato a scuola e le Asl cambiano regole e protocolli. I medici scelgono la linea della «massima prudenza», per tentare di arginare l’avanzata del virus tra i banchi. Finora, in tutto il Lazio, 300 istituti hanno dovuto fronteggiare isolamenti e tamponi perché uno o più alunni sono risultati positivi. Dalla ripresa delle lezioni, il 10% dei casi annotati nel bollettino sanitario della Pisana ha riguardato studenti o insegnanti. Il trend è in ascesa: dopo licei storici come il Giulio Cesare e il Tasso, nuovi contagi sono stati registrati ieri a Ostia, mentre al liceo scientifico Avogadro i positivi sono saliti a quota 20, tra alunni e prof. Ecco perché gli esperti del Sistema sanitario regionale stanno cambiando in corsa le procedure per chiusure e quarantene. E da oggi partiranno i test salivari, i primi esami saranno a Fiumicino.

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La Asl Roma 1 domani licenzierà le nuove linee guida. «Con 6-7 casi si arriva generalmente alla chiusura dell’istituto - racconta Paolo Parente, il medico responsabile delle verifiche nelle scuole dell’azienda sanitaria - Ogni contesto sarà valutato singolarmente, ma quando i casi sono più di uno deve prevalere la linea della massima prudenza». Sulla stessa lunghezza d’onda anche la Asl Roma 2. Spiega Giancarlo Tesone, che ha coordinato l’indagine sierologica negli istituti: «Quando un cluster ha diversi positivi, 6 o 7 appunto, è difficile poi riuscire a censire tutti i contatti dei ragazzi contagiati, ecco perché a quel punto bisogna chiudere la scuola». All’Avogadro è successo, per tutte le tre sedi. «Anche nella Asl Roma 2 - riprende Tesone - aggiorneremo a breve la procedura, anche per tenere conto delle ultime ordinanze».

NUOVI REFERENTI COVID
Ieri l’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato, con l’assessore alla Scuola, Claudio Di Berardino, ha incontrato i vertici dell’Ufficio scolastico regionale. Obiettivo, fornire ai presidi nuove indicazioni per limitare il rischio contagi e per gestire le assenze per malattie non collegabili al coronavirus. «In caso di rientro a scuola per motivi di salute non sospettati per Covid-19 - si legge nella bozza di circolare della Pisana - nei limiti di giorni previsti», tra 3 e 5, «la scuola può richiedere al genitore una auto-dichiarazione attestante che il figlio è stato valutato clinicamente dal pediatra di libera scelta/medico di medicina generale e che sono state previste le indicazioni ricevute». I dirigenti scolastici, poi, diventeranno in automatico «referenti Covid», a partire dal 15 ottobre, se non saranno comunicati alla Regione i docenti disposti ad assumere l’incarico (molti istituti hanno avuto difficoltà a reperirli). 

MENSE NEL MIRINO
In generale, ai presidi la Regione ha chiesto di «monitorare il rigoroso rispetto delle misure di prevenzione da parte del personale scolastico ed esterno, per esempio del personale addetto al servizio mensa e, in caso di inosservanza, di adottare gli opportuni correttivi». Altra richiesta: «monitorare sistematicamente il distanziamento per eventuali assembramenti, con particolare attenzione ad ingressi e uscite». E ancora: è stato chiesto di «sensibilizzare studenti e famiglie sull’importanza di evitare assembramenti anche fuori dalla scuola».
«Per gli interventi negli istituti si procederà per step - spiega Enrico Di Rosa, direttore del Servizio di Igiene e Sanità Pubblica (SISP) della Asl Roma 1 - saranno possibili anche chiusure parziali, per esempio si possono sospendere le lezioni per una determinata fascia d’età». Resta il tema delle feste e degli incontri lontano dai banchi: «Molto spesso i contagi avvengono fuori da scuola - ricorda Pier Luigi Bartoletti, il responsabile dell’Uscar, l’unità speciale dei controlli Covid - Le classi fanno solo da incubatore».
 

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