Incidente a Corso Francia, il regista Paolo Genovese voleva vedere le famiglie. La replica: rinviamo

Incidente a Corso Francia, il regista Paolo Genovese voleva vedere le famiglie. La replica: rinviamo
di Michela Allegri
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Sabato 28 Dicembre 2019, 08:07

Subito dopo l'incidente in cui hanno perso la vita Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli, il regista Paolo Genovese, tramite il suo avvocato, ha cercato di contattare i familiari delle sedicenni che suo figlio Pietro aveva investito e ucciso a Corso Francia. Non era passato nemmeno un giorno dalla tragedia, ma Genovese avrebbe voluto incontrare quei genitori distrutti, abbracciarli, fare le condoglianze, parlare con loro, raccontare che da sabato notte anche la sua era una famiglia straziata da quel dolore, oppure esprimere la sua vicinanza con una lettera. Così, il suo legale - l'avvocato Gianluca Tognozzi - ha telefonato al collega Giovanni Maria Giaquinto che assisteva Edward Von Freymann, il padre di Gaia, e all'avvocato Cesare Piraino, che assiste i genitori di Camilla. Von Freymann aveva risposto di non sentirsela, di non essere pronto, di non voler incontrare nessuno, almeno per il momento. Ma, come hanno fatti i genitori di Camilla, non aveva chiuso tutte le porte: se ne sarebbe potuto parlare dopo i funerali, magari con una lettera. Probabilmente non ha riferito quella conversazione alla ex moglie, che l'altro giorno, presa dalla commozione, ha dichiarato che la famiglia di Pietro non le aveva fatto nemmeno una telefonata. Per rispettare il dolore delle famiglie, il regista aveva deciso di scrivere una lettera ai genitori delle sedicenni. D'altronde, da parte dei Genovese, già nelle ore successive all'incidente, c'è stato un segno concreto di partecipazione al dolore in una tragedia che ha travolto tutti: Paolo Genovese si era subito detto «straziato» per un avvenimento che ha «distrutto tre famiglie».

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L'ARRESTO
Intanto l'inchiesta è andata avanti. Subito dopo Natale, il giorno di Santo Stefano, a Pietro Genovese è stata notificata un'ordinanza di arresto ai domiciliari, proprio mentre era n corso la veglia funebre in ricordo delle sedicenni morte a Corso Francia. Sono iniziate ore ancora più convulse per tutte le persone coinvolte in questa brutta vicenda. L'ordinanza parla di un concorso di colpe, in cui la responsabilità di Pietro Genovese viene giudicata più pesante: Gaia e Camilla avrebbero attraversato quella strada pericolosa di notte, sotto la pioggia, passando con il semaforo rosso, ma secondo il gip il ragazzo sarebbe andato troppo veloce e si sarebbe messo al volante dopo avere bevuto. Intanto è stata fissata la data dell'interrogatorio di garanzia: il 2 gennaio il ragazzo potrà raccontare al giudice la sua versione dei fatti.

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