Coronavirus, la sottoscrizione del Messaggero. Ippolito (Spallanzani): «Serve un gesto concreto, solo così batteremo il Covid»

Coronavirus, sottoscrizione del Messaggero. Ippolito, Spallanzani : «Serve un gesto concreto: solo così batteremo il Covid»
Coronavirus, sottoscrizione del Messaggero. Ippolito, “Spallanzani”: «Serve un gesto concreto: solo così batteremo il Covid»
di Simone Canettieri
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Giovedì 19 Marzo 2020, 09:08 - Ultimo aggiornamento: 20 Marzo, 00:25

Parola d’ordine: mobilitazione contro il coronavirus. Ma da casa, niente scherzi. Perché, mai come ora e nei giorni a venire, serve quella di tutti, romani e non.

La raccolta di fondi avviata da Il Messaggero per il policlinico Gemelli e l’istituto Spallanzani va in questa direzione.



Un aiuto molto concreto, destinato al presidio sanitario di una battaglia in corso che dobbiamo vincere: nella Capitale, come nel resto del Paese. L’esperienza che sta vivendo il Nord è più che un monito. Negli ospedali servono più posti letto per la terapia intensiva, più macchinari per la respirazione, più ricerca. Occorre ridurre al minimo la possibilità che, davanti a un’emergenza sanitaria non più sostenibile, i medici si trovino davanti alla drammatica scelta di chi salvare. Uno scenario di questo tipo non deve accadere e non accadrà. Ma è essenziale che tutti - secondo le proprie possibilità - facciano la propria parte. 

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In quasi 142 anni di storia, questo giornale ha dimostrato a Roma, al Paese e al mondo il senso di appartenenza di una comunità. Ed è proprio al senso civico dei nostri lettori, quelli che ci aspettano in edicola e che ci seguono sul sito e nella nostra versione digital, che va rivolto l’invito ad aderire a questa campagna di raccolta fondi per due strutture d’eccellenza che sono in trincea. Alle prese con bollettini molto simili a quelli di una guerra, dai tratti invisibili ma molto concreti. Per tutti noi e per Roma, la vera sfida ora è questa. Visto lo stato d’eccezionalità, tutti i fondi prenderanno una corsia d’emergenza. L’accesso diretto da parte delle due strutture alle risorse messe a disposizione dai nostri lettori velocizza tutto. Insomma, il vostro concreto contributo per comprare un macchinario potrà salvare vite umane: non ci sarà bisogno di indire gare e bandi che, per via dei tempi lunghi della burocrazia, rallentano la corsa agli aiuti. 
 


Nelle nostre cronache stiamo raccontiamo l’affanno e la fatica delle strutture che si trovano in prima linea contro il virus. Diamo un sostegno tangibile, i mezzi necessari a combattere e vincere, alla dura prova dei dirigenti sanitari, alla fatica dei medici e degli infermieri, e a chi potrebbe ammalarsi con il rischio di non trovare le adeguate cure. Il cuore di Roma in questo momento è il cuore dell’Italia, ed è il cuore dei nostri lettori. Serve un vostro gesto.

COME FARE

Ecco le coordinate bancarie necessarie per la sottoscrizione. Il conto è aperto in Banca Finnat e intestato a «IL MESSAGGERO PER L’EMERGENZA CORONAVIRUS»; il codice IBAN di riferimento è IT31T0308703200CC0100061037


L'intervista

Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’istituto nazionale di malattie infettive Spallanzani, siete in guerra con il coronavirus.

«Il termine non è sbagliato, ormai da giorni, e con la massima professionalità di tutti, stiamo cercando di vincere questa guerra inattesa e così violenta. Personalmente lavoro sedici ore al giorno, ma i numeri non hanno più senso in questa fase».



Ippolito risponde al telefono in un momento di pausa, ha appena terminato una videoconferenza per organizzare il lavoro nelle prossime ore, da poco ha diramato un bollettino poco rincuorante per Roma e il Lazio. Anche se cerca comunque di vedere un lampo di sole in fondo a giornate di tunnel.

«La situazione a Roma e nel Lazio continua a essere sotto controllo e i dati lo confermano. Ma anche se i numeri dovessero restare contenuti e darci speranza, non dobbiamo assolutamente abbassare la guardia. Continuiamo con l’atteggiamento di serietà e responsabilità mantenuto finora e restiamo a casa».

Professor Ippolito, cosa serve al suo istituto in questa fase così delicata?
«Aiuti concreti e tangibili che possano essere subito messi a disposizione del nostro staff per migliorare la cura, la diagnosi, la ricerca, la terapia. Serve l’aiuto veramente di tutti per obiettivi chiari. L’importante è che siano spesi bene».

Cosa sta vivendo lo Spallanzani?
«Stiamo cercando di definire il miglior modo per trattare i malati, attraverso l’applicazione alla vita di tutti i giorni di quelli che sono i risultati di tanti anni di ricerca».

E’ sbagliato chiamarla guerra quella che state vivendo?
«Sì, servono termini forti affinché ci sia la percezione di tutti. Perché davanti a misure difficili da digerire per gli italiani serve la maturità di tutti. E noi, come medici, faremo la nostra parte. Ora dopo ora. E’ una situazione di crisi, ce la faremo, però. Purtroppo il coronavirus ha trovato il Paese non sufficientemente preparato, non siamo mai preparati a sufficienza per le malattie infettive, ecco perché dobbiamo studiare ancora di più. Sempre».

Cosa ha da dire ai romani e ai nostri lettori?
«Il mio messaggio è chiaro e senza tanti fronzoli come sono fatto io d’altronde: occorre resistere con pazienza perché solo l’impegno e la responsabilità ci potranno aiutare a uscire tutti insieme, e voglio ripeterlo tutti insieme, da questa epidemia».

Roma, il Centro Italia, il Paese faranno sapranno essere all’altezza di questa sfida? La mobilitazione sulle nostre colonne ormai è partita.
«L’importante è che i soldi vengano raccolti con una destinazione chiara: bisogna promuovere una ricerca su questi malati per avere strumenti diagnostici, inquadramento clinico, tracciatura dei contatti e prospettiva dei vaccini».

Il Messaggero è in campo per fare la sua parte in questa battaglia e ha avviato una raccolta fondi tra i lettori.
«Questo istituto negli anni ha rappresentato un punto fermo: l’aiuto di tutti è importante. Perciò l’iniziativa del Messaggero è importante, rilevante e fondamentale per aumentare la conoscenza e permetterci di debellare questo virus. Mi sento di dire grazie al giornale e a tutti i lettori che aderiranno a questa iniziativa».

 

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