Coronavirus Roma, allo Spallanzani zero ricoveri: ma la Capitale aspetta il picco e apre l'ospedale Covid-19

Coronavirus Roma, allo Spallanzani zero ricoveri: ma la Capitale aspetta il picco e apre l'ospedale Covid-19
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Domenica 15 Marzo 2020, 09:14 - Ultimo aggiornamento: 15:46

Il bollettino dello Spallanzani, a mezzogiorno, è sorprendente, visto il ritmo di crescita dei contagi negli ultimi giorni: «Il numero dei positivi è inalterato rispetto a ieri». Certo, la notte non è finita a Roma e sarà ancora lunga, soprattutto perché è cambiato lo scenario e i test si fanno anche nei policlinici universitari, dunque nessun nuovo caso allo Spallanzani non significa nessun nuovo caso nella Capitale. Ma è pur sempre un timidissimo raggio di sole, che fa dire al direttore sanitario dello Spallanzani, Francesco Vaia: «Abbiamo una crescita dei casi costante ma contenuta». Significa che la battaglia a Roma è vinta? Tutt'altro, visto che solo nella Capitale ci stiamo avvicinando rapidamente a quota 300 positivi.

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VINCERÒ
I prossimi giorni saranno decisivi per comprendere se la Capitale non sarà travolta da una valanga di casi simile a quella di Milano. Però i numeri attuali mostrano che il sistema sta tenendo e ieri, anche per farsi forza in questi giorni di lavoro straordinario, nel tardi pomeriggio allo Spallanzani hanno organizzato un flash mob: medici e infermieri, guidati dal direttore sanitario Vaia, ma anche con la dg Marta Branca e il direttore scientifico Giuseppe Ippolito, dal cortile e dai balconi hanno cantato Vincerò e Azzurro. «Sentiamo tanto calore da parte dei cittadini e abbiamo voluto dare il nostro contributo alle iniziative che stanno unendo la popolazione e i medici» dice Vaia.
 


TERZO OSPEDALE COVID
Racconta Alessio D'Amato, assessore regionale alla Salute, commentando la percentuale di crescita dei positivi nel Lazio: «Se l'andamento sarà questo, ce la faremo. Ci farei la firma se restasse questa tendenza. Ma dobbiamo prepararci anche a scenari peggiori». Ecco, perché nel Lazio si sta parlando molto dei nuovi ospedali dedicati esclusivamente ai malati di Covid-19: domani apre la seconda struttura, alla clinica Columbus, ma si sta lavorando su un terzo ospedale con 24 posti di terapia intensiva e 80 di degenza ordinaria. Dove? L'immobile individuato è nella zona sud di Roma, in modo da coprire tutto il vasto territorio della Capitale, visto che in centro c'è lo Spallanzani, mentre a nord ci sarà da domani la Columbus.
Cosa dicono i numeri? Roma ha già 288 positivi, solo ieri se ne sono aggiunti 70. Insieme alle altre quattro province, diventano 357, di cui 25 in terapia intensiva e 114 in isolamento domiciliare. I morti sono già 13, se a Roma il problema principale è rappresentato dal contagio che ha coinvolto alcuni ospedali (dai medici di oncologia dell'Umberto I al paziente passato dal pronto soccorso di Tor Vergata, dove per fortuna però la situazione poi è risultata sotto controllo), nel Frusinate si è acceso il campanello di allarme nell'abbazia di Casamari e in provincia di Latina tra i lavoratori irregolari. Racconta un medico di un pronto soccorso di un grande ospedale romano: «Ormai il coronavirus è arrivato, è evidente, ma questo rende molto più complicato il nostro lavoro, perché per ogni paziente sospetto giustamente dobbiamo rispettare le regole sull'isolamento, perdiamo tempo e spazi. Ma non si può fare diversamente. Inoltre, molti di noi hanno ormai capito che rispettare alla lettera i protocolli sui test non ha senso. Ci dicono che dovremmo farli solo di fronte a sintomi influenzali, ma quando arriva una insufficienza respiratoria procediamo subito con il tampone». Si tratta di una corsa contro il tempo, per preparare nuovi posti letto, ma anche per migliorare le terapie che finora allo Spallanzani hanno dato risultati promettenti, a partire dall'utilizzo di un farmaco retrovirale normalmente usato per l'Hiv e uno per l'Ebola. Anche di questo ieri i medici dell'istituto romano hanno parlato con la squadra di specialisti arrivati dalla Cina, nove tra medici e infermieri che hanno lavorato in prima linea a Wuhan. Il gruppo ha anche fatto visita ai due turisti della provincia di Hubei, ancora ricoverati allo Spallanzani, ma ormai guariti. «Sono i nostri angeli, ci hanno salvato» hanno spiegato i due cinesi (lui 66 anni, la moglie 65) parlando con i connazionali degli specialisti dell'istituto Spallanzani. C'è stato anche un applauso rivolto al team italiano.
Mauro Evangelisti
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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