Roma post Covid, imprese in crisi: «La metà è a rischio usura»

Roma post Covid, imprese in crisi: «La metà è a rischio usura»
Roma post Covid, imprese in crisi: «La metà è a rischio usura»
di Marco Carta
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Lunedì 15 Giugno 2020, 08:32 - Ultimo aggiornamento: 08:49

Tre attività commerciali su dieci a rischio chiusura. L'ombra degli strozzini sempre più pressante e il centro storico trasformato in un discount: con le organizzazioni criminali pronte a rilevare negozi a prezzi stracciati. È un vero e proprio grido d'allarme quello lanciato dall'ambulatorio Antiusura Onlus che, insieme alla Confcommercio Roma, ha dato vita all'Osservatorio Covid, un piano per tutelare e sostenere le piccole e medie imprese colpite economicamente dalla crisi legata al lockdown. «Tra marzo e aprile, il rischio usura è arrivato al 30%, toccando quota 50% a maggio», spiega l'avvocato Luigi Ciatti, presidente dell'Ambulatorio. «E quello che ci aspetta il prossimo autunno rischia di essere ancora peggiore, perché gli aiuti di Stato tardano ad arrivare e rischiano di essere insufficienti. Stiamo ricevendo centinaia di chiamate di commercianti che ci dicono tutti la stessa cosa: o chiudo o vado dagli strozzini».

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GLI INTERESSI
Morsi tra i debiti con le banche e i fornitori. E disposti a mettersi nelle mani di un «amico», che a fronte di una liquidità immediata, chiederà in cambio interessi del 10% mensili, pronti a esplodere in caso di ritardi o mancati pagamenti, come nel caso dei due usurai arrestati lo scorso 27 maggio dai carabinieri della Stazione IV Miglio Appio. Dal 2013 avevano concesso prestiti per circa 375mila euro a un imprenditore edile di 80 anni, il quale a sua volta aveva restituito più di 800mila euro, senza riuscire però a estinguere mai il debito. Mai come ora, insomma, lo strozzino rischia di fare affari. Lo ha denunciato più volte il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho, segnando l'interesse della criminalità per questo settore: «I mafiosi arrivano con sacchi pieni di banconote per fare acquisti». E a testimoniarlo ci sono anche i dati diffusi dal Viminale lo scorso 29 aprile durante il comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica. Nel mese di marzo, nonostante il drastico calo dei reati registrato in tutta Italia a causa del lockdown rispetto all'anno precedente (-66,6%), l'incremento dei reati legati all'usura è al contrario cresciuto del 9,1%. Segno di una catastrofe economica e sociale che è solo all'inizio.

Anche a Roma, dove, nonostante la ripartenza, secondo i dati della Fipe Confcommercio Roma, gli incassi di molte attività commerciali rappresentano un quinto di quanto realizzato nello stesso periodo di un anno fa (18%). «Da Monti a via del Corso, ad essere in pericolo sono le attività del centro storico che scontano l'assenza dei turisti. Prima erano famiglie e commercianti della zona sud ed est, ora sono soprattutto loro quelli che si stanno rivolgendo a noi», aggiunge Ciatti, segnalando un altro fenomeno: quello delle offerte di acquisto di attività commerciali e piccole imprese al 30% circa del valore reale.

GLI AIUTI
«La criminalità organizzata dispone di enormi somme che potrebbe riciclare nell'economia legale. Diversi commercianti stanno ricevendo questo tipo di offerte. E non sono pochi quelli sul punto di accettare: soldi cash immediati per la cessione a prezzi stracciati dell'azienda. Per questo abbiamo chiesto l'apertura di un osservatorio istituzionale a livello nazionale al quale far confluire da tutta Italia i dati relativi alle cessioni d'azienda avvenute nel periodo Covid-19 per intervenire tempestivamente nel caso in cui dovessero ravvisarsi segnali di infiltrazioni criminali o concentrazioni anomale». Nel frattempo, però, lo scorso maggio, la regione Lazio, attraverso le associazioni e le fondazioni antiusura, ha attivato un fondo di garanzia di 850mila euro, mettendo, inoltre a disposizione un indennizzo a fondo perduto fino a 20mila euro per le vittime, e un altro fondo di 400mila euro per piccoli contributi a persone e piccole imprese. «La soluzione è una sola - conclude Ciatti - denunciare e chiedere aiuto: dopo la denuncia gli strozzini non si fanno più vedere».

 

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