Roma, scomparso nel lago di Castelgandolfo, la madre: «Lì i controlli sono assenti»

Roma, scomparso nel lago di Castelgandolfo, la madre: «Lì i controlli sono assenti»
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Mercoledì 7 Agosto 2019, 09:35 - Ultimo aggiornamento: 09:38

«Voglio essere l'ultima madre a piangere un figlio perso in questo lago, ci vuole più sicurezza, non devono permettere che le persone si allontanino sui materassini fino al centro del lago. È troppo pericoloso». Anna Maria è distrutta, il suo pianto è continuo e disperato: «Roma mi ha rubato un figlio, questo lago me l'ha portato via». Nel cellulare ha le foto di Paolo sorridente con suo fratello e sua sorella, ora incinta: «Partorisce a settembre continua la mamma e non è stata ancora avvisata della disgrazia». Suo figlio Antonino l'abbraccia con gli occhi lucidi mentre il padre Filippo non parla e aspetta notizie dai soccorritori, sempre in piedi, di fronte alla riva.
Lei e il marito sono arrivati con un volo dalla Sicilia e si sono precipitati sulla spiaggia di Castel Gandolfo per assistere alle ricerche dei sommozzatori che alle 8.30 si sono immersi per cercare Carlo Paolo Bracco, l'elettricista di 33 anni che lunedì pomeriggio è scomparso nel lago dopo essere finito con il suo materassino al largo.

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LA RICOSTRUZIONE
Probabilmente si è addormentato e non si è accorto di essersi allontanato. Nessuno lo ha visto andare così in là, neppure il bagnino ma lunedì c'erano almeno venticinque pattini in acqua alle 16. Due ragazzi in pedalò lo hanno visto scivolare dal gonfiabile e gridare. In pochi secondi il lago lo ha trascinato nei suoi fondali melmosi e pieni di alghe. Il fratello Antonino e la fidanzata Daiana erano sotto l'ombrellone. Il bagnino della spiaggia vicina è stato allertato dai due ragazzi a bordo del pedalò che hanno visto l'uomo chiedere aiuto. Si sono avvicinati col pattino al punto in cui è caduto, ma non hanno visto altro.
Ieri i due giovani sono tornati per aiutare i vigili del fuoco a ricostruire l'esatta dinamica e identificare meglio il punto. È stata transennata l'area sottostante al bar La Playa, dove s'immergono i sommozzatori dei vigili del fuoco di Roma e provincia. Hanno scandagliato il lago e formato una griglia sott'acqua per mappare la zona. Sono scesi fino a 20 metri di profondità. Poi hanno proseguito per tutta la notte utilizzando il macchinario didson, un sonar ad alta definizione che utilizza un segnale ad alta frequenza e lenti acustiche per fornire un'immagine vicina a quella di una videocamera. Le indagini sono condotte dal commissariato di polizia di Albano che dovranno accertare, tra l'altro, eventuali responsabilità sulla dinamica dei fatti.

 


Il fratello Antonino non dorme da quando è successa la disgrazia: «Devono vietare ai bagnanti gommoni e materassini dice devono fare controlli più assidui, mettere più segnaletica, non si deve ripetere più una tragedia del genere». Le persone presenti, i bagnini degli altri stabilimenti stanno aiutando la famiglia come possono e sono tutti scossi. I vigili del fuoco non si sono fermati un attimo e così anche i carabinieri e la polizia di Albano costantemente presenti.
Così come presenti sono stati gli amministratori comunali, il sindaco Milvia Monachesi, il vicesindaco Cristiano Bavaro e l'assessore Alessia Bruni: «Una tragedia, siamo vicini alla famiglia». Nel pomeriggio è arrivata anche Barbara, l'ex compagna in lacrime: «Abbiamo convissuto quattro anni e da un anno e mezzo ci eravamo lasciati ma ci siamo sempre sentiti e visti. Con Paolo e mio figlio siamo andati a nuotare diverse volte al mare, non riesco a capire. Ci siamo visti il sabato e ci siamo abbracciati. Aveva fretta, ma mi ha detto che avrebbe voluto parlarmi lunedì. Quel maledetto lunedì invece Paolo ci ha lasciati. Un ragazzo d'oro».
Chiara Rai
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