Asili nido, il Campidoglio lascia le maestre senza mascherine

Asili nido, il Campidoglio lascia le maestre senza mascherine
di Camilla Mozzetti
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Martedì 8 Settembre 2020, 01:14 - Ultimo aggiornamento: 01:15

Meno uno: manca un giorno alla riapertura degli asili nido comunali di Roma e molte delle 3 mila educatrici sono ancora senza dispositivi di protezione individuale. Mascherine per capirci, quelle che il personale dovrà indossare durante l’intero orario di servizio mentre i bambini potranno stare in classe senza. A tal punto che le educatrici in alcune realtà se le sono acquistate da sole.


Davanti c’è questa certezza: tra 24 ore i 208 asili nidi pubblici di Roma riapriranno i battenti per ospitare a scaglioni più di 18 mila piccoli da zero a tre anni, ma in due strutture su tre le consegne dei dispositivi non sono ancora avvenute. Ritardi si registrano dal Tiburtino al Prenestino.
L’allarme lo lanciano le dirette interessate, ma anche le insegnanti delle scuole materne che riapriranno il 14 settembre ma per le quali esiste lo stesso problema.

Delle Ffp2, quelle che tendenzialmente sono più resistenti non tanto a veicolare il virus quanto più a evitare che chi le indossa possa venire contagiato, non c’è traccia. E poi il paradosso per i nidi in convenzione, in concessione e in project financing che in città sono 195 e per loro non è prevista alcuna fornitura dal Campidoglio. «Di noi - spiega la titolare del nido “Cocchi di mamma” di piazza Irnerio Annalisa Cocchi - il Comune si è completamente dimenticato, neanche un piccolo contributo e domani riapriremo le strutture senza aver firmato neanche la convenzione». La Cocchi ha staccato ieri pomeriggio un assegno da 700 euro per acquistare 200 mascherine Ffp2, guanti, mascherine chirurgiche e gel igienizzante. «Ci potremo andare avanti per un mese e poi dovremo acquistarle di nuovo». Il suo nido non ha fatto pagare nulla alle famiglie ma altre realtà - che non percepiscono neanche i pagamenti per i mesi di attività pre lockdown - faranno ricadere il costo dei dispositivi alzando le rette per i genitori. Dunque? I sindacati sono pronti a scendere in piazza e ieri i confederali hanno scritto una lettera di fuoco all’amministrazione comunale cui spetta l’obbligo e il dovere di garantire le forniture per le scuole di propria competenza. Nidi per l’appunto e materne. 

LA MISSIVA
«Risulterebbe - scrivono Cisl, Cgil e Uil - che la stragrande maggioranza delle strutture, ad oggi, siano sprovviste della segnaletica prevista dalle vigenti norme emanate a contrasto della diffusione del Covid-19 così come il personale non sia stato ancora dotato dei previsti dispositivi di sicurezza individuale, così come peraltro non risulta meglio chiarito come sarà predisposto il servizio di misurazione della temperatura corporea di tutti i soggetti che afferiscono l’utilizzo della struttura». Se il Campidoglio non produrrà una risposta in tempi celeri, i sindacati «si troveranno, loro malgrado, a dover segnalare alle autorità competenti in termini di vigilanza, le omesse attività». 

IL FABBISOGNO
A conti fatti ogni mese per servire solo le educatrici con regolare contratto e gli operatori dei nidi servirebbero circa 90 mila mascherine. Dispositivi che vanno acquistati e che hanno un costo. Cosa ha fatto di suo il Campidoglio? L’assessore alle politiche sociali Veronica Mammì nel corso di una commissione scuole elencava i fondi destinati ai Municipi per l’acquisto dei dispositivi di protezione: «un milione di euro». Dal dipartimento non è stata fatta una gara centralizzata per il reperimento delle mascherine ma la partita è stata delegata a ogni singolo Municipio che, ricevendo il contributo, ha predisposto le procedure (in modo disomogeneo e non contemporaneo) per l’acquisto dei dispositivi. L’assessore del I Municipio Giovanni Figà Talamanca sempre nel corso della commissione Scuola aveva chiesto spiegazioni sull’assenza di un appalto centralizzato. Risposta del Comune? Ci sarebbe voluto più tempo, anche se poi di Covid-19 si parla da marzo.
 
Risultato? I territori più solerti hanno provveduto agli affidamenti diretti già ai primi di agosto. Il XV Municipio ad esempio ha ordinato mascherine e gel per 46.791 euro. Che tuttavia non potranno bastare fino a Natale perché in teoria le mascherine andrebbero cambiate ogni giorno e anche più di una volta. Nel IV Municipio - commissariato dopo la sfiducia alla presidente grillina Roberta Della Casa - gli uffici hanno firmato la determina per il reperimento di mascherine e gel solo il 3 settembre per un importo di 27.465 euro (e ci rientrano anche le dotazioni per le scuole di infanzia). 
 

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