Apprezzamenti via social, insulti e atti di prepotenza consumati prima tramite messaggi Whatsapp, poi fisicamente, con dei bastoni, davanti alla scuola. Vittima della violenza di tre baby bulli è una ragazzina di 13 anni che ha reagito alla furia dei suoi compagni, difendendosi da una vile quanto ingiustificata aggressione. È successo ieri mattina intorno alle 8.30 all’esterno della scuola secondaria di primo grado Virgilio di Ardea, sotto gli occhi di altri studenti e genitori che non hanno mosso un dito per fermare la zuffa. Un aspetto, questo, altrettanto preoccupante.
Ardea, 13enne picchiata davanti scuola
La campanella era appena suonata e Giulia, la chiameremo così per tutelare la sua privacy, stava per varcare i cancelli del plesso di via Laurentina.
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I messaggi
È a quel punto che Giulia, ancora provata per l’accaduto, consegna il cellulare al papà, mostrandogli i messaggi Whatsapp ricevuti nelle ultime settimane proprio dai suoi aguzzini, da cui emergerebbero atti di bullismo senza alcuna ragione apparente. Messaggi mandati in maniera insistente, continuata, pieni di insulti. La “colpa” di Giulia è forse una sola: essere una bella ragazza, brava a scuola. I carabinieri hanno già identificato due dei tre aggressori: sarebbero anch’essi studenti della scuola Virgilio, 13enni e quindi per la legge italiana non imputabili. Una terza persona, probabilmente di qualche anno più grande, è in corso di identificazione. Rischierà di finire tutto con una lavata di testa, almeno per i due under 14. «Un episodio gravissimo – spiega Carlo Eufemi, dirigente scolastico dell’istituto comprensivo Ardea 1 da cui dipende la scuola Virgilio – figlio anche dell’uso devastante e incontrollato dei social. I ragazzi comunicano tra loro in modo sbagliato e mi rendo conto anche della difficoltà delle famiglie di controllare questi fenomeni». Eufemi parla di tanti progetti portati avanti a scuola contro bullismo e cyberbullismo, «anche numerose iniziative con la Polizia postale, ma se in classe o a casa i ragazzi sono al sicuro, fuori non possiamo controllare cosa succede». C’è chi parlava di baby gang proveniente dalla vicina Aprilia, in realtà si tratta di studenti. Ancora non è chiaro il ruolo della terza persona, ma i carabinieri sono vicini a scoprirne l’identità.