Roma, Monteverde in lutto per Alvaro: l'infermiere del 118 stroncato dal Covid: «Il 2 gennaio sarebbe andato in pensione»

Roma, Monteverde in lutto per Alvaro: l'infermiere del 118 stroncato dal Covid: «Il 2 gennaio sarebbe andato in pensione»
Roma, Monteverde in lutto per Alvaro: l'infermiere del 118 stroncato dal Covid: «Il 2 gennaio sarebbe andato in pensione»
di Alessia Marani
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Domenica 27 Dicembre 2020, 12:37 - Ultimo aggiornamento: 15:33

È morto stroncato dal Covid la sera di Natale, a pochi giorni dalla pensione. Lui, Alvaro Rossi, infermiere in servizio sulle ambulanze del 118 regionale, sempre in prima linea per dare una mano a chi soffriva, non era poi così anziano. Aveva spento quest’anno su un buon tiramisù, il suo dolce preferito, le 61 candeline e non vedeva l’orda di dedicarsi esclusivamente alle sue figlie e al nipotino. Dal 2 gennaio avrebbe lasciato il lavoro. Invece, un mese fa aveva avuto un infortunio sul lavoro, si era fatto male manovrando una barella, e durante i giorni di malattia è emersa la positività al coronavirus. Alvaro da trent’anni lavorava presso la postazione del servizio d’emergenza al San Camillo, da sempre viveva a Monteverde, in via di Donna Olimpia, dove tutti lo conoscevano ed era benvoluto, e nell’ospedale sulla Gianicolense è stato ricoverato a inizio dicembre, prima in reparto, poi in terapia intensiva dove è spirato la sera del giorno di Natale.

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«Proprio la notte di Natale è volato in cielo un altro angelo, un infermiere, l’ennesimo operatore sanitario che in questo triste 2020 funestato dalla pandemia ci lascia», commenta Alessandro Saulini, suo amico e collega, nonché segretario romano del sindacato Nursind 118.

La notizia della morte di Rossi ha lasciato di stucco e commosso numerosi amici e compagni di lavoro. Numerosissimi i messaggi di affetto arrivati alla sua famiglia (era rimasto vedovo quando le figlie erano ancora piccole e le aveva cresciute con grande amore), anche dal web.

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«I Tuoi amici e colleghi ti piangono in questa triste giornata. Torneremo presto a sorridere così come, ne sono certo, avresti voluto anche Tu... Riposa in pace Alvaro...Ci mancherai...», si legge in un messaggio. «Se ne va un gentiluomo», ricorda un altro amico. Il presidente nazionale 118, Mario Balzanelli lo ha ricordato per la sua vita «spesa ad assistere, con notevole preparazione, grande amore e profonda passione, il prossimo, a qualunque ora del giorno e della notte... un leader... le sirene del 118 oggi suonano a lutto».

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Gli operatori dell’Ares 118 del Lazio vengono sottoposti al tampone rapido antigenico per il Covid-19 ogni quindici giorni. Finora, la percentuale di operatori trovati positivi è molto bassa. Ma il virus è sempre in agguato, per cui l’attenzione è alta. Intanto, i consiglieri del VI Municipio Massimo Fonti e Nicola Franco hanno presentato una mozione per chiedere lumi sulla postazione 118 di Tor Bella Monaca, da molto tempo sguarnita dell’ambulanza pubblica per via di un infermiere e di un autista in malattia.

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Il timore è che non venga garantita l’adeguata assistenza nel territorio e che si vada verso una soppressione della postazione. Da parte dell’azienda, assicurano, non c’è alcuna volontà di chiudere il servizio, quando manca l’ambulanza regionale ne viene attivata una “a spot”. «Meglio sarebbe - spiega Saluini, del Nursind - assumere il personale, anche in sostituzione o fare una chiamata interna, per dare continuità». Per i consiglieri municipali, invero, il rischio è che «arrivino ambulanze da zone più lontane, perdendo tempo prezioso».

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