Aereo caduto, l'inglese stregata da Roma: «Per tutti era Giovanna, all'italiana»

Joanna Toole, vittima inglese dell'aereo caduto stregata dal mare e da Roma
Joanna Toole, vittima inglese dell'aereo caduto stregata dal mare e da Roma
di Camilla Mozzetti
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Martedì 12 Marzo 2019, 08:26 - Ultimo aggiornamento: 13 Marzo, 13:25

Joanna Toole amava farsi chiamare Giovanna all'italiana. È lei una delle vittime straniere, ma residente da tempo nella Capitale, scomparsa nello schianto del Boeing 737 Max dell'Ethiopian Airlines, precipitato sei minuti dopo il decollo da Addis Abeba domenica scorsa. A Roma era arrivata a settembre del 2017 e da allora ne era rimasta stregata. Con il suo compagno un diplomatico irlandese che lavora per l'Onu abitava non lontano dalla sede della Fao, l'organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura dove ogni mattina entrava per studiare e mettere a punto dei progetti volti alla salvaguardia dei mari e delle tante faune. Occhi chiari, capelli lunghi e castani con la passione per la storia era affascinata da quello che Roma poteva offrire, amava passeggiare per il Palatino e fare yoga nei prati intorno alle Terme di Caracalla Joanna era già riuscita a raggiungere un primo traguardo. Dalla contea del Devon in Cornovaglia dove era nata 36 anni fa, aveva conseguito una laurea in Biologia e nella sede della Fao a Roma aveva realizzato il progetto per il recupero delle reti da pesca in mare.

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IL PROGETTO. «Un lavoro che permette di recuperare tutte le reti che si perdono e che comunque continuano a pescare e ad inquinare», spiega Audun Lem, vicedirettore della divisione di pesca ed acquacultura della Fao che conosceva la giovane da molto tempo. «Joanna aggiunge aveva messo a punto anche un metodo per il recupero dei materiali e per il loro riutilizzo, il progetto è già operativo perché approvato dal comitato di pesca e dal presidente della Fao lo scorso luglio».



Ora il programma sta per andare in stampa e i colleghi pensano anche di arricchirlo con un ricordo in sua memoria da aggiungere al testo. «Era una donna molto semplice ma dotata di un grande entusiasmo», aggiunge ancora il vicedirettore della sua sezione. Il papà Adrian, sconvolto per aver perso la figlia in quel terribile incidente, ha chiesto ai colleghi di portare avanti il lavoro di «Jo perché solo in questo modo non ne potremmo mai avvertire la mancanza». Un triste destino per una donna che «solo giovedì scorso aveva compiuto 36 anni e il venerdì seguente, prima di partire per un'importante conferenza conclude Audun Lem aveva organizzato una festa con tanti amici. Era molto intraprendente e le piaceva il suo lavoro, a volte ci fermavamo a parlare di una passione comune, ovvero quella per lo yoga. Ci mancherà». Ieri pomeriggio i suoi colleghi e i vertici della Fao, compreso il presidente José Francisco Graziano da Silva, si sono riuniti all'esterno dell'organizzazione con sede all'Aventino per celebrare insieme un momento di preghiera.
 

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