Acilia, riaffiora l'azienda agricola dell'impero: mosaici, olio e vino dalla Villa di Fralana

Acilia, riaffiora l'azienda agricola dell'impero: mosaici, olio e vino dalla Villa di Fralana
di Laura Larcan
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Venerdì 5 Novembre 2021, 13:37 - Ultimo aggiornamento: 21 Febbraio, 03:52

Quando si dice, produzione a chilometro zero per la tavola degli imperatori. Alle porte di Roma, nella zona di Acilia Malafede, ecco riaffiorare nella sua interezza la cosiddetta Villa di Fralana, attiva tra il II e III secolo d.C. come residenza rustica al servizio del mercato romano per la produzione di olio e vinoIl sito era già noto alla metà anni '80, ma negli ultimi mesi è stato al centro di una nuova indagine e restauro che ne ha definito meglio l'estensione e l'articolazione delle sue strutture. Lo spettacolo è quello di ambienti con pavimenti rivestiti di mosaici e marmi, che si aprivano intorno ad una vasca centrale. Qui è stato anche ritrovato il torchio funzionale all'attività agricola principale della villa. Uno scavo di archeologia urbana promosso dalla Soprintendenza speciale di Roma guidata da Daniela Porro e condotto dagli archeologi della Eos Arc Srl, che sarà svelato al grande pubblico domenica 7 novembre con un open-day. 

Acilia, riaffiora l'azienda agricola dell'impero: mosaici, olio e vino dalla Villa di Fralana

Il sito venne intercettato già dalla metà degli anni Ottanta, quando a seguito di indagini preventive, erano venuti alla luce un’area di sepolture inquadrabili nel sec. II d.C. e un ampio bacino finalizzato allo sfruttamento delle risorse idriche del sottosuolo (cosiddetto lacus). Successivamente è stata scoperta l’ampia villa rustica, sottoposta a vincolo archeologico diretto, escludendola così dalle attività edificatorie e salvaguardandola all’interno di un parco pubblico. Ora è stata messa in luce un’area di scavo ben più estesa ed articolata di quella conosciuta finora e, prima che la Villa sia ricoperta per salvaguardarla, la Soprintendenza organizza una giornata di visite gratuite per restituire ai cittadini e a tutti gli interessati questo affascinante documento della vita della Roma antica e dei suoi dintorni

MOSAICI E AFFRESCHI

Ad oggi la superficie dell’antica struttura della Villa consta di più di 700 metri quadrati, con una chiara distinzione di quella che doveva essere la Pars Urbana, incentrata intorno a 4 ambienti con pavimentazioni a mosaico databili tra il II ed il III sec. d.C., caratterizzati da motivi geometrici in bianco e nero. In uno di questi ambienti sono state rinvenute tracce di affresco. Ad Est degli ambienti a destinazione abitativa si sviluppava la Pars Fructuaria per la produzione di vino e olio, testimoniata dalla presenza di un grosso torcular (torchio vinario), incassato nel pavimento in opus spicatum, al quale in epoca tarda venne sovrapposto un rozzo cocciopesto. I muri, conservati solo parzialmente, presentano differenti tecniche costruttive, in opus mixtum e in opera laterizia. Dalla parte opposta e lungo il fronte meridionale sono stati rinvenuti numerosi ambienti di modeste dimensioni, forse magazzini, che si sviluppano attorno ad una grande vasca intonacata di 8 metri per 8 e profonda almeno 1,20 metri. Si tratta probabilmente di una cisterna, che costituiva la riserva idrica per il fabbisogno interno del complesso, da relazionare anche ad un articolato reticolo di infrastrutture idrauliche messe in luce in alcuni mirati approfondimenti di scavo. La vasca è stata oggetto di più trasformazioni, non ultima la riduzione a due bacini di minor estensione attraverso strutture divisorie interne, fino a una frequentazione successiva all’abbandono della villa, in cui è stata operata una sistematica spoliazione del complesso, testimoniata dalla presenza di una vasca di spegnimento della calce, tipica delle attività di calcara.

LA VITA DELLA VILLA

Il complesso mostra diverse fasi di vita che lo trasformarono profondamente, ampliandolo e cambiandone la natura.

L’impianto dell’edificio venuto alla luce risale al II secolo d.C., ma dovette restare in vita a lungo, almeno fino al IV-V secolo d.C. La presenza di blocchi di tufo riutilizzati, fa supporre l’esistenza di una fase ancora più antica, probabilmente di epoca repubblicana, durante la quale era già presente una delle numerose fattorie che dopo la fondazione di Ostia vennero ad occupare le fertili aree collinari del territorio. In un secondo tempo la fattoria dovette ampliarsi fino a diventare una villa rustica, di dimensioni maggiori e ben strutturata.

«Roma non è solo il centro storico, ma anche tutto quello che si trova lontano dal cuore della città, dai siti e dai percorsi più noti dell’archeologia. Ed è proprio con questo tipo di scoperte e di interventi che la Soprintendenza Speciale di Roma incarna al meglio la sua funzione di tutela del patrimonio – secondo Daniela Porro, Soprintendente Speciale di Roma – Un’operazione per riscoprire un'area archeologica, un’occasione di approfondimento di studio per gli archeologi, un motivo di orgoglio per i cittadini della zona circostante»

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