Bambini, anziani, cardiopatici e chi soffre di malattie respiratorie è meglio che se ne stiano a casa. O, comunque, che non si espongano un po’ troppo alle polveri sottili. Questa volta non è colpa dello smog delle auto ma della sabbia che viene dal Sahara e che da giorni ha colorato il cielo di giallo. La raccomandazione viene dal Campidoglio e dal Dipartimento che si occupa di risanamento degli inquinanti. Proprio ieri il suo direttore Paolo Gaetano Giacomelli ha firmato una determinazione dirigenziale con la quale ha suggerito ai romani i comportamenti da intraprendere in casi del genere. Si tratta di un provvedimento precauzionale, anche perché, come spiega lo stesso dirigente, i modelli previsionali di Arpa Lazio evidenziano, «sull’area di Roma, una condizione priva di criticità relativa al contributo derivante da fonti antropiche per i prossimi giorni e la presenza di un contributo di materiale particolato di origine naturale connesso a un intenso fenomeno di trasporto di polveri desertiche». Detto in parole povere, questa volta lo smog e l’inquinamento dettato dalle attività umane non c’entrano niente. Ed è una polvere naturale, ma non per questo sono innocue. Quindi, in questa fase verrebbe escluso lo stop alla circolazione perché si tratta di un aumento di Pm10 non causato da auto, motorini e camion.
LA CONDIZIONE
«Quello che viene definito Saharan-dust è composto da polveri che poi possono essere inalate e che possono avere anche metalli pesanti al loro interno - spiega Prisco Piscitelli, vicepresidente della Sima, la Società italiana di medicina ambientale - È un fattore da non trascurare soprattutto per le categorie più a rischio».
IL FENOMENO
«Si tratta di risalite di masse d’aria cariche di pulviscolo che vengono innescate specialmente in primavera - spiega Gabriele Serafini, fondatore di Meteo Lazio e componente di Ampro, l’Associazione meteo professionisti - La presenza di bassa pressione in Europa innesca il richiamo di correnti di scirocco e quando sono molto imponenti, come è accaduto fino al primo aprile, si vede questa sabbia che si deposita. Con le prime piogge a Pasquetta c’è stato un vero e proprio aumento del deposito del pulviscolo sahariano. È stato un evento di natura stagionale, tuttavia in questo caso abbiamo assistito a una persistenza piuttosto importante con cinque giorni di seguito di scirocco che hanno offuscato la vista sui nostri cieli». «Il cambiamento climatico indica un aumento dei periodi anticiclonici e favorisce la crescita delle masse molto calde. Tutto ciò aumenta l’incidenza dello scirocco nella penisola - prosegue Serafini - Quello delle tempeste di sabbia è un fenomeno al quale si assiste in primavera e nella seconda parte dell’inverno, ma non è escluso che possa diventare più frequente».
IL FUTURO
Cosa accadrà nei prossimi giorni? «Abbiamo avuto un cambio di circolazione: quindi possiamo sicuramente aspettare qualche giorno di cieli più limpidi e di instabilità - conclude Serafini - Attenzione però alla seconda parte della settimana con nuova aria calda che dovrebbe riportare un aumento del pulviscolo sahariano».