L'influencer Cecilia Cantarano: «Roma non è una città per giovani? Per il lavoro meglio Milano, ma io resto qui»

La Capitale è al terzultimo posto della classifica stilata dal Sole24Ore. Male anche in quella sulla qualità della vita delle donne

Cecilia Cantarano
Cecilia Cantarano
di Valeria Arnaldi
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Lunedì 12 Dicembre 2022, 19:20 - Ultimo aggiornamento: 20:10

Roma non è una città per giovani e neppure per donne. A dirlo è la classifica sulla qualità di vita nelle province italiana stilata da il Sole24Ore che vede la Capitale perdere addirittura diciotto posizioni rispetto al 2021. Tra le cause, l’aumento di litigiosità, con una sensibile crescita nel numero di cause civili ogni 100mila abitanti. Ma non solo. Adatta agli anziani - è al quarto posto nella specifica graduatoria - non lo è per i giovani, capitolo in cui precipita al terzultimo gradino della classifica. Appena quarantaduesima la posizione per quanto riguarda la qualità della vita delle donne. Abbiamo chiesto a Cecilia Cantarano, 22 anni, romana, content creator che su TikTok e Instagram vanta milioni di follower, per farci raccontare la sua visione della città.

Come si vive a Roma oggi?

«Amo profondamente Roma, qui mi sento davvero a casa e non solo perché è la città in cui sono nata, ma per lo spirito della gente, che è aperta e calorosa.  È per questo che ho deciso di rimanere a vivere qui, nonostante per la mia professione sia decisamente più utile Milano.

Certo, però, ci sono luci e ombre…».

Quali sono, secondo lei, i principali problemi?

«Gli spostamenti. Per arrivare da un capo all’altro della città ci vogliono due ore, se prendi un aereo nello stesso tempo arrivi a Parigi. Per trovare parcheggio poi si impiegano anche cinquanta minuti. Qui si entra in una dimensione strana, dove un minuto dura cinque ore. E se usi i mezzi pubblici per muoverti è ancora peggio. Per non parlare della sporcizia, ormai diffusa ovunque. Questo rende la città poco invogliante per i turisti e poco confortevole per chi la abita».

E per quanto riguarda i giovani?

«In termini di vita sociale, c’è anche troppa offerta, è difficile scegliere dove andare. A volte sembra che non ci sia nessuno in giro, solo perché sono tutti sparpagliati. Non c’è una sola zona della movida, è ovunque. Lavorativamente, però, le cose cambiano...».

Le opportunità sono poche?

«Dipende da quello che si sceglie di fare, ma a ben guardare per la gran parte dei lavori, Milano è meglio. Nel mio gruppo siamo tredici amici. C’è chi sogna di lavorare nel management, chi nella moda, nella comunicazione e via dicendo. Tutti vogliono andare a Milano. Solo chi desidera fare l’attore rimane a Roma. E poi lavorare o studiare a Milano assicura una certa credibilità, che vale anche a Roma quando si torna. La questione è anche di immagine: Milano è la città del lavoro, per questo ci sono più multinazionali».

E lei come fa?

«Viaggio spesso, per due anni ho fatto praticamente la pendolare tra Roma e Milano. Ci sono più offerte di lavoro per i giovani, è innegabile. Però, a Milano, dove ho vissuto per due mesi, mi sentivo sola, qui non è mai successo. Tutti parlano, anche al bar. L’altro giorno, non riuscivo a parcheggiare l’auto, un muratore che stava lavorando poco distante, l’ha parcheggiata per me. Queste cose succedono solo qui».

La considera una città pericolosa?

«Non più di altre. Non mi sento in pericolo. Abito vicino a San Pietro, le strade sono illuminate e sono piccole, se succedesse qualcosa potrei urlare e mi sentirebbero dalle case».

Recentemente, però, in discoteca ha vissuto una brutta esperienza e ne ha parlato sui social: qualcuno le ha messo della droga nel bicchiere ed è finita in ospedale.

«Non pensavo potesse mai accadere una cosa del genere, invece è successo e quando ne ho parlato sui social, ho scoperto che accade frequentemente. Tante persone mi hanno scritto che a loro era successa la stessa cosa in altri locali, la medesima sera. Sono stata malissimo, ho avuto paura, fortunatamente non ero sola ma con tanti amici. Non oso immaginare cosa sarebbe accaduto se fossi uscita da sola in strada».

Cosa farebbe se fosse sindaco per un giorno?

«Chiuderei tutti i lavori in corso che sono aperti da anni. Questo migliorerebbe anche il traffico e, se la città, fosse più organizzata secondo me aumenterebbero anche le aziende e le offerte di impiego».

E invece, come influencer, cosa farà?

«Nel 2023 svilupperò il mio format, parlando di molti temi differenti, inclusa, ovviamente, la mia città».

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