La Dia di Roma in sostanza, attraverso complessi approfondimenti investigativi, ha ricostruito le dinamiche del sodalizio che era «costituito da un nutrito numero di soggetti di origine campana radicatasi da tempo a Ladispoli» ed era riuscito a trasferire «in quel territorio il modus operandi della 'camorrà napoletana - fa sapere la stessa Dia - per la diffusione e la gestione di traffici illeciti, come testimoniato, tra l'altro, anche in diverse sentenze emesse a loro carico».
Il Tribunale di Roma ha disposto non solo la confisca del patrimonio delle persone coinvolte, ma anche la misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno a carico di quattro di loro.
Il patrimonio confiscato, il cui valore ammonta ad oltre 100 milioni di euro, consiste in: 49 immobili di pregio, anche ville con piscina, appartamenti di lusso ed appartamenti nei territori dei comuni di Ladispoli e Civitavecchia; otto veicoli; 23 rapporti bancari e finanziari; cinque società e relative quote aziendali.