Roma, apre la spiaggia sul Tevere. I bagnanti? Sono dipendenti comunali

Roma, apre la spiaggia sul Tevere. I bagnanti? Sono dipendenti comunali
di Lorenzo De Cicco
3 Minuti di Lettura
Domenica 5 Agosto 2018, 09:34 - Ultimo aggiornamento: 19:49

Sotto lo sguardo vigile del mega-direttore generale del Comune - Franco Giampaoletti, arruolato da Raggi un anno fa - ecco i travet capitolini che sgambano sulla sabbia ardente di mezzogiorno, con certi costumini attillati che sfidano silhouette non proprio scultoree. Anche la palla di cuoio scotta che si fa fatica a toccarla, sotto il solleone, ma tant'è: tocca far vedere che questa spiaggia, la spiaggia di Roma come l'ha chiamata la sindaca, è un successone, nonostante i ritardi, i topi, il cantiere ancora aperto, il fatto che non ci sia nemmeno una-piscinetta-una per trovare un po' di refrigerio, solo qualche cabina-doccia di plastica, dove i rubinetti a volte neanche funzionano. La scenetta è molto fantozziana e infatti questa era la spiaggia di Fantozzi, qui si disputò negli anni 70 il leggendario partitone scapoli contro ammogliati, con Ponte Marconi sullo sfondo.

AL LAGO
Ora, proprio qui, c'è «Tiberis», l'arenile sul Biondo fiume che la giunta pentastellata aveva promesso a dicembre e che ieri, dopo una ridda di annunci e slittamenti, ha aperto finalmente i battenti. Niente taglio del nastro però, Raggi non si è fatta viva. Lo farà, forse, nei prossimi giorni, chissà. Ieri «aveva altri impegni», si diceva nel suo staff, forse era in vacanza, magari sul lago di Percile, da dove il marito pubblica scatti ameni su Instagram.
Del resto il colpo d'occhio sul Tevere, quando i cancelli si sono schiusi poco dopo le otto del mattino, era quello di un cantiere aperto, coi teloni verdi a coprire per centinaia di metri gli argini sgangherati e melmosi, e gli operai che ancora davano giù di martello tra i (pochissimi) villeggianti che hanno avuto l'idea di mettere piede in questo budello di Roma Sud.

Tolti i cameraman e i politici del M5S arrivati con famiglia (c'era il presidente della commissione Sport, Angelo Diario, e il capo della commissione Ambiente, Daniele Diaco) si contavano a malapena una quindicina di bagnanti - ma senza bagni, sono proibiti oltre che sconsigliati per chi non ama la compagnia dei ratti. A mettersi in costume e infradito, in buona parte, sono stati i dipendenti del Campidoglio o i militanti grillini pronti a difendere l'avamposto balneare, con qualche parente al seguito. Il più attivo sul campetto da pallavolo, costume da bagno e piedi scalzi, era Vittorio Malara, addetto dell'Ufficio Speciale Tevere del Comune, quello che ha gestito tutta l'operazione. «Mi piace giocare a beach volley - dice - e poi qui posso venire anche a prendere il sole». Accanto a lui, sulle sdraio bollenti, altri impiegati e funzionari del Campidoglio, quelli che hanno curato materialmente il progetto, accorsi con pargoli e nonni, per fare un po' di numero, o almeno provarci. Di residenti inciabattati se ne vedono pochissimi. Una pensionata polacca - «sono bisnonna» - azzarda un topless, come fossimo a Ibiza. Ma il caldo torrido non invoglia. «Ma che spiaggia è senza potersi bagnare?», si chiedono i pochi di passaggio. «L'unico modo per rinfrescarsi è buttarsi al Tevere», si scherza.

Dopo l'acquazzone di metà pomeriggio, che però non lascia danni e si asciuga subito, per fortuna, qualche abitante vero si avvia per la discesa di ghiaia, forse approfittando delle temperature meno spossanti e si accomoda sulle panchine piazzate sull'erba sintetica e rivolte verso l'interno. Sembra un parco qualunque, da qui, il Tevere fangoso nemmeno si vede, è solo un sottofondo da dietro. Poi l'afa di agosto infierisce di nuovo. E sulla spiaggia non resta nessuno, nemmeno un comunale in bermuda.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA