Roma, maxi sequestro di bar e ristoranti vicino al Vaticano: erano gestiti da camorra, 'ndrangheta e Casamonica

Roma, maxi sequestro di bar e ristoranti vicino al Vaticano: erano gestiti da camorra, 'ndrangheta e Casamonica
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Mercoledì 11 Maggio 2016, 15:56 - Ultimo aggiornamento: 16:23

Maxisequestro di beni per un valore di 25 milioni di euro riconducibili a soggetti legati a camorra, 'ndrangheta e ai Casamonica e sigilli ancora una volta a bar e ristoranti del centro di Roma, nei pressi del Vaticano.
L'attività è il frutto di un'indagine patrimoniale, della Divisione Polizia Anticrimine che si è avvalsa del personale della Squadra Mobile, di 28 Commissariati e delle Divisioni Polizia Anticimine delle Questure di Avellino, Benevento, Caserta, Frosinone, Grosseto, Milano, Parma, Perugia, Pordenone, Reggio Calabria, Torino e Treviso.
Il sequestro è scattato nei confronti di beni riconducibili a nove persone «dall'elevato spessore criminale» e coinvolti «a più riprese in alcune attività investigative per delitti di particolare gravità, commessi anche in forma associativa, quali traffico e spaccio di stupefacente del tipo cocaina, proveniente dalla Calabria e destinata al mercato romano».

Le indagini che hanno portato a Roma al maxisequestro hanno alzato il velo su una vera e propria joint-venture criminale dedita non solo al traffico di stupefacenti ma anche ad usura, estorsioni, riciclaggio. Si tratta di un nuovo gruppo criminale trasversale, comprendente esponenti della 'ndrangheta, della camorra e della nota famiglia Casamonica, che si accordano formando di fatto una società d'interessi illeciti, finalizzata a riciclare nella città di
Roma i rispettivi profitti, di cui è stato effettuato il sequestro.
Il giudice nel provvedimento di sequestro parla di «pericolosità qualificata» dei soggetti «poichè gli stessi - anche quando non siano direttamente appartenenti ad associazioni di stampo 'ndranghetista - sono tuttavia pronti ad agevolare tali associazioni ed inoltre attuano altresì attività di riciclaggio». Le stesse società sequestrate, nel provvedimento sono indicate come «contenitori per la gestione di capitali provenienti da attività delittuose le cui prerogative sono anche quelle di costituire uno schermo atto a neutralizzare eventuali azioni giudiziarie ablative, di massimizzare, se possibile, ulteriormente i profitti ed offrire un volto presentabile di 'colletti bianchì capaci di contrattare con l'imprenditoria, ma anche con la pubblica amministrazione».

 

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