Roma, narcotizzavano anziani per derubarli: condannate due finte badanti

Roma, narcotizzavano anziani per derubarli: condannate due finte badanti
di Adelaide Pierucci
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Mercoledì 10 Gennaio 2018, 08:00 - Ultimo aggiornamento: 09:59

Sedotti, abbindolati, narcotizzati e alla fine rapinati. Sono di bella presenza, formose, girano truccate e con un modo di fare tra le casalinghe e le geishe, le false badanti che bussano nelle case dei romani, specie se anziani, e con la scusa di fare una prova nei lavori domestici imbottiscono le vittime di benzodiazepine, di sonniferi, li fanno stendere sul letto per praticare un massaggio rilassante, e poi ripuliscono gli appartamenti dall'oro e dai gioielli, svuotano cassaforti, rubano bancomat, e in un caso, a un poveretto, pure i pantaloni che indossava. La falsa badante accusata di aver rapinato a una vittima pure i pantaloni, oltre che 1.200 euro, il bancomat (usato poi per fare acquisti), ma anche una tanica di olio di cinque litri, è stata condannata ieri in abbreviato a quattro anni di carcere assieme a una complice, pena per entrambe così scontata per la scelta del rito abbreviato. Wendley Peralta De La Cruz, origine domicana, e di casa a Torpignattara, era agli arresti domiciliari per reati fotocopia, quando, secondo la ricostruzione del pm Silvia Sereni, ha messo a segno le due rapine che l'hanno portata alla condanna. La complice, un'amica romana che la ospitava, Caterina Vitanostra, avrebbe avuto, invece, un altro ruolo: fare il palo con un uomo (Angelo Fazi che dovrà essere ancora giudicato) sotto la casa del vecchietto predestinato per scappare assieme in auto con la refurtiva, ma anche recuperare le sostanze narcotiche per sedare le vittime con farmaci a base di Alprazolam, un ansiolitico, o Xanas, un antipanico. Il primo se lo prescriveva falsificando le ricette in bianco di un parente medico, l'altro se lo procurava tramite un'amica che aveva contatti con dei ricettatori.

GLI ANNUNCI
«Cercasi badante». «Cercasi donna di bella presenza per compagnia». Dalla ricostruzione della procura, nel caso appena chiuso, non erano state le false badanti ad offrirsi agli anziani da ipnotizzare e rapinare in casa. L'aggancio sarebbe avvenuto rispondendo ad annunci su Portaportese sollecitati dalle vittime. «Possiamo fare un colloquio quando vuole», li tranquillizzavano. L'ultima trappola ricostruita dai carabinieri era scattata a Torre Maura, in via di Silicella, a fine novembre 2016. A dare l'allarme il figlio di un pensionato che aveva ritrovato il padre steso nudo sul letto all'apparenza più svenuto che sprofondato nel sonno, tanto che l'anziano si risveglierà il giorno dopo in ospedale, stordito e circondato da medici e familiari. Il suo racconto, come quello di tanti altri, ancora al vaglio della procura e probabilmente commesso da altre bande di false badanti. Alla donna (Wendley Peralta De La Cruz), presentatasi con il nome Sara aveva offerto uno spuntino facendo l'errore di allontanarsi per due volte dalla sala da pranzo per recarsi in cucina, per prendere l'acqua e la Coca Cola, poi insieme avevano bevuto del vino, dopodiché la donna l'aveva invitato a stendersi nel letto per un massaggio a base di olio, ma era caduto in un sonno profondo. Dalla casa erano spariti soldi, quattro cellulari, la tv. Per le donne e il complice il gip Giuseppina Guglielmi a maggio di quest'anno ha disposto il carcere visti i fatti di gravissimo allarme sociale, sia per le modalità subdole, sia per l'uso di farmaci ipnotizzanti che possono condurre anche alla morte.

 
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