Roma, muore dopo il parto per un'emorragia, condannati i medici: un anno di reclusione

Roma, muore dopo il parto per un'emorragia, condannati i medici: un anno di reclusione
di Adelaide Pierucci
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Mercoledì 29 Aprile 2015, 06:34 - Ultimo aggiornamento: 30 Aprile, 08:39

Il suo bimbo ora ha sei anni e frequenta la prima elementare, ma lei non lo ha mai potuto abbracciare. Mamma Ajantha, una 40enne bengalese, a Roma da venti, è morta il giorno in cui lo ha partorì nella clinica Villa Santa Famiglia, in Prati. Per quella morte ieri il tribunale monocratico di Roma ha condannato a un anno di reclusione con l'accusa di omicidio colposo i due ginecologi che l'hanno assistita, Simona Caputi e Corrado Monteneri.

Un parto difficile per il quale risultò necessario usare la ventosa. Il bimbo nasce, pesa tre chili. Ma la manovra lacera la paziente, scatena un'emorragia, secondo l'accusa, sottovalutata. Così, a poche ore dalla nascita del piccolo la paziente muore. Era il 23 settembre 2008. Ajantha Kankanamge Dona Devika entra in clinica per partorire il suo secondogenito, al nono mese di gravidanza, la mattina del 22 settembre. L'accompagna il marito, Thilak Weerasekara, e all'accoglienza trova la ginecologa di fiducia che aveva fatto già nascere la sua primogenita. Alle 14, come riporta la cartella clinica, viene accompagnata in sala parto, dove i ginecologi decidono di facilitare la nascita con la ventosa ostetrica.

IL TRASFERIMENTO Una manovra che secondo l'accusa provoca una lacerazione all'utero di 20 centimetri e una emorragia. Una ferita che però non viene evidenziata dai medici. Tanto che la paziente viene riportata in stanza e lasciata senza controllo fino alle 17, quando le ostetriche si accorgono che è dolorante e vomita. La sera la situazione precipita e viene trasferita al Fatebenefratelli Isola Tiberina dove però arriva in arresto cardiocircolatorio.

Nonostante i disperati tentativi di salvarla la signora muore intorno alle due di notte, a 12 ore dal parto. Il giudice Andrea Trani, ieri, oltre a condannare i due medici ha disposto una provvisionale di 260.000 euro per ogni parte civile, cioè per il marito della signora e i due figli.

La richiesta di rinvio a giudizio dei medici era stata firmata dal sostituto procuratore Eugenio Albamonte, mentre in aula l'accusa era stata sostenuta dal vice procuratore onorario Letizia Taverna che aveva chiesto la condanna a 2 anni e 4 mesi. I legali dei due ginecologi intanto puntano all'appello: «La donna ere obesa ed era necessaria la ventosa ostetrica. Nessun errore o sottovalutazione».