Roma, entra in ascensore, cade nel vuoto e muore: «La porta non si doveva aprire»

Roma, entra in ascensore, cade nel vuoto e muore: «La porta non si doveva aprire»
di Mauro Evangelisti e Raffaella Troili
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Giovedì 31 Maggio 2018, 07:25 - Ultimo aggiornamento: 2 Giugno, 15:54


ROMA È una delle paure che tutti ci portiamo dentro: aprire la porta dell'ascensore e cadere nel vuoto. È successo ieri pomeriggio, attorno alle 15.30, in un palazzo di fine Ottocento di Roma, in viale Regina Margherita, dove ha perso la vita Elena Pacifici, 77 anni. I carabinieri della compagnia Parioli, che stanno indagando, sono costretti però anche a valutare un'altra ipotesi: potrebbe essere stata un'azione volontaria, vicino alla signora Elena è stato trovato un mestolo di legno che, in linea teorica, potrebbe essere stato usato per forzare l'apertura. Qualcuno l'ha vista vagare senza meta al sesto piano. Ma la sorella della vittima si ribella: «Elena stava benissimo, è evidente che è tutta colpa dell'ascensore».

LA GRATA DI METALLO
Rivediamo più nel dettaglio cosa è successo. La signora Elena abita con la sorella al primo piano, che però è uscita per pochi minuti. Elena Pacifici sale a piedi al sesto piano, si dice per andare a trovare un'amica, ma questo particolare viene poi smentito. Decide di prendere l'ascensore per scendere. L'impianto è di tipo vecchio, con una grata di metallo: dovrebbe essere bloccata se la cabina non è al piano. Successivamente c'è la porta in legno dell'ascensore. La signora Pacifici ha prima aperto la grata, ma purtroppo l'ascensore non c'era, era al piano superiore, il settimo, dove era rientrato un inquilino un quarto d'ora prima. «Abbiamo sentito un boato, pensato che fosse precipitato nel vuoto l'ascensore» racconta spaventata Neviana Morelli che era al secondo piano. Il corpo della signora Elena ha terminato il suo volo un metro e mezzo sotto il piano terra. Il portiere lancia subito l'allarme, è sconvolto, da un mese lavora in questo palazzo. La sorella quando torna non riesce a darsi pace: «Non volevo lasciarla sola, ero uscita solo pochi minuti. Ma quella porta non doveva aprirsi senza ascensore, era difettosa». Accorre, disperato, il figlio Cristiano: inizialmente pensa a un cedimento dell'ascensore. Non è andata così, si è aperta una porta che avrebbe dovuto restare bloccata perché l'ascensore era in un piano differente. Racconta un vicino: «Questo è un impianto vecchio, in linea di massima ha sempre funzionato, ma ogni tanto dava dei problemi, si fermava o troppo in alto o troppo in basso. E' tutto a vista, con le corde che vanno su e giù, e in teoria dovresti accorgerti se l'impianto si sta muovendo».

LE INDAGINI
Elena Pacifici aveva perso il marito da qualche anno, i vicini ricordano che ultimamente era più stanca del solito. Era ben vestita, la gonna e i collant quando è salita per andare dall'amica. Forse è stata solo una distrazione, ma ciò che vuole capire il magistrato è perché il sistema di sicurezza che deve mantenere la porta bloccata non abbia funzionato. A lungo l'amministratore del condominio è rimasto all'interno del palazzo, mentre venivano fatti i rilievi, e ha risposto alle domande sulla manutenzione dell'impianto. Ma quel mestolo ritrovato vicino alla donna ha aperto anche uno scenario differente che valuta l'ipotesi dell'azione volontaria. Con quell'utensile la donna avrebbe forzato la porta dell'ascensore al sesto piano per poi gettarsi nel vuoto. Un perito, su disposizione del magistrato, valuterà se la porta è stata forzata.

 

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