Giovedì mattina, piazza della Stazione vecchia, davanti al municipio di Ostia commissariato, presidio simbolo della legalità a Roma. Uno dei luoghi più sorvegliati della Capitale, visto ciò che è accaduto nell'ultimo anno, tra mafia, clan criminali e minacce. Un paio di parcheggiatori abusivi "lavorano" senza sosta. Fanno accomodare le auto nel parcheggio che dovrebbe essere pubblico o comunque gestito dalla macchina pubblica, pretendendo soldi dagli automobilisti. C'è anche un vigile in divisa davanti al municipio commissariato, che chiacchiera con alcuni passanti. Sembra non accorgersi di nulla.
Intanto le auto sfilano e parcheggiano. Fino a quando un automobilista decide di scattare col telefonino alcune fotografie che ritraggono sia i parcheggiatori abusivi, sia il vigile, con sullo sfondo il municipio commissariato di Ostia dove è stato chiamato a ristabilire la legalità il commissario straordinario Domenico Vulpiano e dove a guidare il comando dei vigili c'è addirittura il vicecomandante Antonio Di Maggio. Ma evidentemente a Ostia certe cose continuano ad andare come sono sempre andate. E viene in mente quelal canzone di Ligabue: «Gli occhi fanno quel che possono, niente meno e niente più. Tutto quello che non veono è perché non vuoi vederlo tu...»