Omicidio Roma, la trasformazione del killer: da "ciccione" a corteggiato pr

Omicidio Roma, la trasformazione del killer: da "ciccione" a corteggiato pr
di Filippo Bernardi
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Giovedì 10 Marzo 2016, 08:23

Da studente sovrappeso bersaglio dei bulli a corteggiato pr delle serate gay della capitale. Il "riscatto" di Marco Prato è cominciato dopo essersi lasciato per sempre alle spalle l'ingresso razionalista del Giulio Cesare di corso Trieste, storico liceo classico frequentato dai figli della borghesia romana. Chi lo ricorda tra i banchi della sezione ”H” ha seguito incredulo quella che definisce «una metamorfosi», fino allo choc di vederlo accusato dell'omicidio del 23enne Luca Varani insieme all'amico di sesso e sballo Manuel Foffo.

GLI ANNI DEL LICEO
Quello che emerge dai ricordi degli ex compagni di scuola è il ritratto di un ragazzo normale, niente di più lontano dal disinibito viveur che su Facebook si fa fotografare in pose sensuali o mostra il fisico asciutto. E si può dire che la trasformazione di Marco Prato sia iniziata proprio dalla perdita di peso: quei chili di troppo che negli anni del liceo gli procuravano le prese in giro degli altri maschi, insieme ai suoi modi effeminati. Qualcuno oggi sorride anche per quella folta capigliatura ostentata nelle foto più recenti. Un ciuffo ribelle di cui nessuno dei vecchi compagni ha memoria e che alle rimpatriate si dice sia il risultato di un trapianto.
«C'era sempre qualcuno pronto a insultarlo chiamandolo "Ciccione" o "frocio"», racconta Paolo, un compagno del tempo. Ma in molti ricordano che lui ha sempre dato l'impressione di non curarsene troppo. Aveva un carattere forte e difficilmente passava inosservato: almeno di vista lo conoscevano tutti perché non era il tipo da stare in disparte. Era un adolescente interessato, quel tipo che interviene per dire la sua al cineforum senza timore dei giudizi altrui. Un anno si candidò alle elezioni per i rappresentanti d'istituto.

 

LA VITA MONDANA
In tanti hanno storto il naso quando un paio di anni fa, su Oggi, sono spuntate le sue foto al fianco di Flavia Vento. Un presunto flirt a cui gli ex compagni di scuola, ma anche chi ha avuto modo di conoscere Marco Prato negli anni di Scienze politiche alla prestigiosa università privata Luiss, non hanno creduto neppure un secondo perché per tutti Prato era gay da sempre e non aveva mai fatto granché per nasconderlo.
E allora dietro quegli scatti che lo ritraggono mentre bacia la showgirl sul cofano di un'auto nel centro di Roma, c'è forse il desiderio di diventare famoso e compiere quel riscatto dalla «vita difficile» di cui parla nelle sette pagine scritte dopo il terribile delitto consumato la notte del 3 marzo al decimo piano di un palazzo alla periferia est della capitale. Un obiettivo, quello di uscire dall'anonimato, che seppur in una dimensione locale, raggiunge: ai suoi aperitivi organizzati all'Os Club, locale trendy a due passi dal Colosseo, riesce a portare anche personaggi noti. L'ultima apparizione mondana, sempre al fianco di Flavia Vento, risale ad appena un mese fa: i due sfilano insieme sul red carpet in occasione dell'anteprima del film ”I Milionari” del regista Alessandro Piva.

LA DROGA
Ai primi tempi alla Luiss, Prato era già dimagrito qualche chilo e cominciava a curare di più l'abbigliamento. Ma la trasformazione non era ancora compiuta. Soprattutto, non faceva ancora uso di droghe pesanti, «al massimo qualche spinello come gran parte dei suoi coetanei», ricordano gli amici. Frequentava ragazzi e negli affetti era a volte volubile: «Un giorno poteva riempirti di attenzioni e il giorno dopo sparire».
Ma i festini a base di coca, alcol e sesso sfrenato sarebbero diventati una fissa solo più in là, lungo una spirale che lo avrebbe condotto verso esperienze sempre più al limite. Un gioco pericoloso di cui alla fine ha fatto le spese Luca Varani.
 
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