Roma, la vita dorata nei campi nomadi: i rom con la Ferrari e il sussidio comunale

Roma, la vita dorata nei campi nomadi: i rom con la Ferrari e il sussidio comunale
di Ilario Filippone
2 Minuti di Lettura
Mercoledì 3 Agosto 2016, 08:12 - Ultimo aggiornamento: 13:31

Acqua, luce, gas e roulotte a spese del Comune per narcotrafficanti che avevano Porsche, Ferrari e case in centro. Almeno per tutto il biennio 2013-2014. Dall'ultima inchiesta sulle baraccopoli di Roma, business ultramilionario documentato dai carabinieri della compagnia Eur e dal procuratore aggiunto Paolo Ielo, arrivano nuovi retroscena: non solo mazzette per funzionari corrotti in cambio di appalti, ma anche qualche vuoto di troppo nelle maglie dei controlli. Almeno 7 rom su 10, secondo l'Arma, non avevano alcun diritto di essere accolti nei campi.
«La mancanza delle necessarie verifiche - scrivono gli inquirenti - ha comportato inevitabilmente la presenza nei villaggi di nomadi che, per anni e con oneri a carico dell'amministrazione comunale, hanno continuato a usufruire gratuitamente dei servizi quali l'utilizzo del modulo abitativo, acqua, luce e gas. Il 70-80% delle persone censite non aveva alcun titolo, in quanto clandestini, pregiudicati o soggetti con elevate potenzialità economiche».

LA BLACK LIST
Ricchi e pregiudicati, la lista nera redatta dai militari dell'Arma è un campionario di reati puniti severamente dal codice penale. Tra i casi più eclatanti quello di Jasmin Sedic, condannato a 15 anni e 8 mesi di reclusione per traffico internazionale di coca, che ha alloggiato in una baraccopoli di Roma a spese dell'erario. Nel 2009 il prefetto e il questore gli avevano negato il rinnovo del permesso di soggiorno, intimandogli di lasciare immediatamente l'Italia.
Hanno pesato sulle casse comunali anche i coniugi Idriz e Suada Cimiz, una coppia clandestina che aveva dei precedenti in materia di stupefacenti. Nove anni fa avevano venduto un terreno alla Elgad srl, incassando ben 280mila euro. Altri nomadi hanno riportato condanne per ricettazione, furti e rapine.
Nel 2012 il bosniaco Dzevad Hamidovic si è visto revocare il permesso di soggiorno, ma ha continuato ad abitare nel campo di Castel Romano.

 

 
PORSCHE E VILLA IN CENTRO
Scrivono gli inquirenti: «Per la gestione dei campi, l'amministrazione stanziava circa 65 milioni annui». A beneficiarne anche un ex spacciatore, Omer Cizmic, un bosniaco solito aggirarsi in Ferrari o in Porsche. Assegnatario di due roulotte all'interno di Castel Romano, l'uomo aveva un parco auto stimato in 600mila euro. La sua famiglia era proprietaria di cinque Bmw, due Mini Cooper, sei Mercedes, due Fiat 500 e sette Volkswagen. Nel mirino degli investigatori è finito anche il padre. Nonostante avesse una villa in piazza Meucci, poteva contare su due camper con annessi servizi profumatamente pagati dal Comune.